Si conclude sul numero 2946, data di copertina 15/05/2012, la storia in due
parti di DRACULA di Bram Topker.
Sceneggiato da Bruno Enna per celebrare lo scrittore Bram Stoker, a 100
anni dalla morte, e il suo Dracula, capolavoro del genere.
La trama del fumetto rivisita in chiave comica e parodistica quella del
libro, pur conservando un certo tono lugubre e dark, senz' altro estraneo ai
canoni della testata.
I disegni, ricordiamolo, sono di Fabio Celoni, che ne cura i magnifici e
curatissimi colori assieme a Mirka Andolfo. L' opera è senz' altro da ammirare. Non solo ha fatto tornare in edicola,
per l' occasione, chi aveva smesso di leggere la testata, ma ha senz' altro
avvicinato il pubblico più giovane alla lettura del romanzo
originale, che non ha comunque bisogno di presentazioni.
D' altronde il valore della lettura è proprio il tema principale del numero
in questione.
In coda a questo secondo capitolo è inoltre presente un' interessante backstage Intervista... col Vampiro, con interviste agli autori e bozzetti di studio, presente in
parte anche sul sito Topolino.it.
<< Diario di Jonathan Ratker. Topitz,
Transilbarbabietolania! >>
Ricorre quest’ anno il centenario della morte
dello scrittore irlandese Abraham “Bram” Stoker. Nato l’ 8 Novembre 1847 al
numero 15 Marino Crescent di Clontarf, quartiere nord di Dublino, moriva, c’è
chi dice di sifilide, al numero 26 di St George Square, Londra, il 20 Aprile
1912.
In 65 anni ha scritto 12 romanzi e svariati racconti brevi, ma l’
opera per cui oggi è ricordato è senz’ altro Dracula, pubblicato nel 1897 e
unanimemente considerato oggi uno dei classici della narrativa Horror. Non
capostipite letterario, ma senz’ altro principale punto di riferimento nell' ambito del Vampirismo.
Il romanzo ha visto centinaia di adattamenti più o meno
fedeli o anche solo in parte ispirati al romanzo, per non parlare delle
produzioni che si limitano ad usare, citare o richiamare unicamente la figura
del Conte. Come non citare l’ illecito Nosferatu, eine Symphonie des Grauens,
diretto da Murnau nel 1922, o la serie Dracula della Universal, il cui primo
film fu diretto nel 1931 da Tod Browning e vedeva Bela Lugosi nel ruolo del Vampiro.
Altrettanto celebre è la serie Hammer iniziata nel 1958, i cui film sono
principalmente diretti da Terence Fisher e vedono Christopher Leenel ruolo del
conte e Peter Chusing nei panni di Van Helsing.
Molto discusso e non propriamente fedele è il Bram Stoker’s
Dracula, diretto nel 1993 da Francis Ford Coppola. Il cast è alto, con un
meraviglioso Gary Oldman nel ruolo del Conte, Antony Hopkins come Van Helsing,
Keanu Reeves come Jonathan Harker, Winona Ryder come Mina Murray e il cantante Tom
Waits nel ruolo di Renfield.
È a questa pellicola che dichiaratamente si ispira DRACULA
di Bram Topker, pezzo forte su TOPOLINO n. 2945, in edicola dal 2 Maggio ( con data di copertina 8 Maggio ), sceneggiato da Bruno Enna, che
con l’ horror ha qualche familiarità, trattandosi anche di uno sceneggiatore di
Dylan Dog.
La trama ( che nel romanzo iniziava proprio il 3 Maggio ) è la rinomata, ma è caratterizzata ovviamente da un divertente stile parodistico, fatto di comiche license poetiche e giochi di parole.
Topolino è l’
affocato Jonathan Ratker, fidanzato di Miss Minnina Murray, mentre Pippo è il
professor Pippo Van Helsing. A vestire i panni del vanitoso Conte Dracula è lo
storico nemico di Topolino, Macchia Nera. paperi esclusi, vediamo inoltre altri numerosi personaggi dell' universo Topoliniano in ruoli minori.
Pur trattandosi di una storia Disney, e quindi relativamente
indirizzata ad un target d’ età non
propriamente alto, lo stile è Dark, e potrebbe ricordare la serie X-Mickey.
Le graffianti e lugubri tavole sono di Fabio Celoni, anche
lui non nuovo al macabro, disegnatore per Dylan Dog, Dampyr, collaboratore per
la rivista Mostri, coautore e disegnatore dela miniserie a fumetti Nemrod: I Cacciatori
della Bestia 666 e relativi sequel, oltre che autore del saggio Milano,
Esoterismo e Mistero.
Alle chine dallo stile classico e a tratti litografico, si
aggiungono i magnifici colori di Mirka Andolfo. Non si tratta di semplici
campiture, bensì di bellissimi giochi di luci e ombre, con tonalità molto
desaturate e che conferiscono all’ opera un aspetto ben distante dai soliti
canoni.
Alla coppia si deve anche l' illustrazione di copertina.
In coda è presente inoltre una “galleria” in cui sono
mostrate analogie e differenze fra la versione a fumetti e l’ opera di Stoker..
L’ unico corruccio è che quest’ opera di così ottima fattura
si componga di soli due episodi.
EDIT 08/04/'12 Ecco inoltre due splendide tavole fornite dalla colorist Mirka Andolfo(click per ingrandire)..
Chocolate – Il
Gusto dell’ Ossessione
è il quinto episodio della prima stagione della serie antologica Masters of Horror, diretto nel 2005 da Mick Garris.
È andato
in onda il 25 Novembre del 2005.
PLOT
(Spoilers)
Jamie è un uomo solo, da poco
divorziato e con un figlio a carico. La sua vita è vuota e monotona, finché una
notte accade l’impensabile. Nella sua bocca sente sapore di cioccolato,
cioccolato che qualcun altro, in qualche parte del mondo, sta mangiando. Allo stesso modo inizierà a sentire
i suoni che quest' altra persona sta sentendo, a vedere ciò che lei vede e addirittura a provare le sue sensazioni. Ciò colma il suo vuoto interiore con nuove emozioni, ma allo stesso tempo diviene partecipe ed indiretto complice degli oscuri peccati del suo "contatto psichico"..
La trama
dell’ episodio si rifà ad una storia scritta dallo stesso Mike Garris, qui nelle
vesti di regista e sceneggiatore, nonché ideatore della serie, e delle relative
“Masters of Horror Dinners”.
Ad Harris si devono diversi adattamenti di
storie scritte da Stephen King, come Sleepwalkers – I Sonnambuli nel
1992, The Stand – L’ Ombra dello
Scorpione nel 1994, Riding the
Bullet nel 2004, e Bag of
Bones nel 2011. Degna di nota la miniserie del 1997 The Shining, con Steven Weber, fedelmente sceneggiata
dallo stesso Stephen King, e da non
confondere con il capolavoro diretto nel 1980 da Stanley Kubrick.
Nel
2006, sempre su sceneggiatura di King,
dirige Desperation, con Ron Perlman, Weber, Henry Thomas e Matt Frewer, questi ultimi due presenti
anche nel cast del mediometraggio in questione. Notabile il cameo di un volume
del libro.
Henry Thomas è Jamie, e, nonostante gli
anni siano passati, non è difficile scorgere sul suo viso i lineamenti di Elliot, il piccolo protagonista di E.T., diretto nel 1982 da Stephen Spielberg.
Thomas aveva già collaborato con Garris nel 1990, sul set di Psycho IV: The Beginning, nelle
vesti di un giovane Norman Bates.
Matt Frewer è qui nel ruolo minore di Wally, collega di Jamie. Già
collaboratore di Garris in The Stand
e Riding the Bullet, è
memorabile nel ruolo di Edgar Jacobi/Moloch
il Mistico nel Watchmen diretto
nel 2009 da Zack Snyder.
Nel
ruolo chiave di Catherine troviamo invece l’ attrice canadese Lucie
Laurier.
Mick Garris sul Set
Chocolate – Il
Gusto dell’ Ossessione
di Horror ha ben poco, ed indegnamente si ritaglia un posto nella Masters of Horror probabilmente solo
grazie alla presenza dell’ elemento sovrannaturale e a qualche lieve scena
splatter.
Apparte
ciò, l’ episodio rimane comunque interessante, sebbene ne venga completamente
sacrificato il colpo di scena finale, praticamente suggerito sin da subito, in
favore di un discutibile stile di narrazione semidiretto.
La
storia è narrata dallo stesso Jamie tramite flashback, e ciò che rimane allo
spettatore non è tanto scoprire “cosa è successo” bensì “come è successo”.
Una trama
fluida ed in generale ben recitata, sebbene con alcune situazioni ridicolmente
sceneggiate e aggravate da un doppiaggio arrangiato.
Mick
Garris ha diretto per Masters of Horror anche l’ episodio Valerie on the Stairs
– La Bestia, ottavo della seconda stagione.
A
seguire il trailer di Chocolate.. Qui gli episodi recensiti di Masters of Horror..
The Backwater Gospel è un cortometraggio Horror-Western sviluppato
nel 2011, come progetto di laurea, da otto studenti della The Animation
Workshop, prestigiosa scuola danese di animazione, vero caposaldo in Europa.
Questa la
SINOSSI ufficiale:
<< A
drought ridden, dead beat society, isolated in the dust storm plagued parts of
1930's rural America, is paid a visit by the Undertaker, an event that always
has foretold the immediate coming of death. The Sunday sermon is well on the
way, firmly led by the brimstone preaching town minister.
The tramp
in the town, the only person not in church, spots the undertaker at a distance
and interrupts the sermon to tell the news. A cold draught passes through the
church and in desperation the congregation leaves, much to the displeasure of
the minister.
At home
behind locked doors and barred windows the townsfolk await death, pinned to the
floor by fear and anxiety.
But death never comes... >>
###
<< Colpita dalla siccità, dall’ alta mortalità,
isolata nelle parti piagate dalle tempeste di sabbia della rurale America del
1930, una comunità ripaga la visita del Becchino, un evento che ha sempre
previsto l’ immediata venuta della Morte. Il sermone della Domenica è già
iniziato, fermamente guidato dal ministro della fede e predicatore del paese.
Il vagabondo del paese, l’ unica persona non in chiesa, avvista il becchino in lontananza e interrompe il sermone per dare la
notizia. Un brivido freddo trapassa la chiesa e nella disperazione la
congregazione fugge, con scontento del predicatore.
A casa, dietro porte chiuse e finestre sbarrate, i paesani
attendono la morte, inchiodati al suolo dalla paura e dall’ angoscia..
Ma la morte mai arriva.. >>
La trama di The Backwater Gospel è semplice e si sviluppa
nell’ arco di soli 9 minuti, ma nasconde una morale profonda ed offre molteplici spunti di
riflessione.
Ciò che ne fa un piccolo gioiellino è però il comparto
visivo. Il taglio grafico è a dir poco sublime, una curatissima fotografia dai cupi
toni macabri e a tratti splatter, con bellissimi giochi di luce ed ombre.
I personaggi sono realizzati e animati in Computer Grafica,
ma l’ idea che danno è quella di essere stati ricavati artigianalmente,
grezzamente intagliati nel legno e poi dipinte, e gli stessi scenari su cui si muovono
sembrano magnificamente acquerellati a mano.
La forma stilistica è la tipica del regista Bo Mathorne, le
cui illustrazioni possono essere viste sul suo portfolio online.
Molto importante, ovviamente, anche l’ aspetto Audio,
rafforzato dalle composizioni della “One Man Band” Sons of Perdition, che offre
tra l’ altro la possibilità di
effettuare il download gratuito della soundtrack dal proprio sito..
Sul Blog Ufficiale del cortometraggio è possibile trovare
Concept Art, Storyboards, Test di Animazione di personaggi ed oggetti, e stupendi esempi di Character Design, il tutto in grande abbondanza.
Non resta che gustarselo..
Dopo il corto, visibile anche in HD, due Making Of ed una
versione con sottotitoli in italiano..
Non mancate inoltre di visionare gli altri lavori della The
Animation Workshop sul sito ufficiale, o ricollegandovi al loro canale Vimeo.
The Woman in Black è un film per TV di produzione Inglese,
diretto da Herbert Wise ed andato in onda il 24 Dicembre 1989.
Plot (Spoilers)
Primi del ‘900,
Inghilterra.
Arthur Kidd, giovane
marito e padre di due bambini, è un avvocato in prova presso uno studio legale.
Per poter consolidare il suo ruolo lavorativo viene inviato a Crythin Gifford, un lontano, piccolo paese di commercianti sulla costa inglese.
Qui dovrà svolgere il proprio
ruolo di “Solicitor”, amministrando e
rivendendo i beni della deceduta vedova Alice Drablow, fra cui la sua solitaria
dimora, la Eal Marsh House.
La gente del luogo è restia a parlare della vedova, ed è opinione comune che la villa non troverà acquirenti. Questa oscura villa sorge nella Nine Lives Causeway, un luogo quasi costantemente immerso nella nebbia, ed è difficilmente
accessibile poiché la zona è semipaludosa e ricoperta da un basso
strato d’ acqua salata..
Arthur finirà
tuttavia per comprendere che il vero problema non è certo la posizione isolata, con il venire a galla di inquietanti storie passate.
In tutto ciò, l’ oscura ed enigmatica
presenza di una donna in nero..
The Woman in Black, pur essendo una modesta produzione
televisiva, risulta un prodotto davvero notevole e girato in modo magistrale,
con una trama, per quanto considerabile forse banale, che va a svolgersi ottimamente,
intrigando al meglio.
Sceneggiato da Nigel Kneale, si basa sull’ omonima Ghost Story scritta da Susan
Hill nel 1983, già adattata nel 1987 sotto forma di spettacolo teatrale, ancor
oggi messo in scena a Londra, con l’
impiego di soli due attori.
È del 2012, invece, l’ adattamento cinematografico diretto
da James Watkins e prodotto dalla Hammer, con Daniel Radcliffe,
protagonista della saga di Harry Potter,
nel ruolo del giovane Arthur Kipps
(questo il nome del protagonista nel romanzo). A questo dovrebbe seguire The Woman in Black: Angels of Death,
previsto per il 2014, ed ambientato circa 40 anni dopo il primo film.
L' adattamento del 1989 non rimane del tutto fedele al romanzo, ma anzi non si risparmia di aggiungere, ottimamente, alla narrazione ulteriori gravi tocchi di drammaticità, soprattutto nelle scene chiave.
Non una goccia di sangue, non una scena di violenza, nessuno
spavento a sorpresa tipico delle odierne pellicole horror, perché The Woman in
Black, più che alle sensazioni, punta alle emozioni.
Solo una densa, costante e straziante tensione (Hitchcock
insegna..) assicurerà allo spettatore la totale immersione nella scena, l’
immedesimazione nel personaggio e quindi un coinvolgimento emotivo realmente
profondo. Saremo portati a condividere con il protagonista ogni suo stato d’
animo, dai momenti di allegria e serenità, ai momenti di panico, paura e
premente angoscia.
Ciò è dovuto non solo alla magistrale regia di Herbert Wise ed al modo di svolgimento
degli eventi, ma anche alla molto naturale e per nulla forzata recitazione della
gran parte degli attori, in primis Adrian Rawlins, nel ruolo di Arthur Kidd.
Rawlins è noto per
aver interpretato James Potter, padre
di Harry Potter, nella relativa saga,
e risulta quindi molto curioso che sia proprio Daniel Radcliffe a ricoprire lo stesso ruolo a distanza di 23 anni
(se non è nepotismo questo..).
La fotografia, ovviamente nel formato televisivo 4:3, risulta
ottima, così come la scenografia. Affascinante le naturali location esterne
della nebbiosa e piccola Isola Osea (situata a pochi kilometri a Sud-Est dalle coste dell' Inghilterra), dall’ intrigante e agorafobica atmosfera. Superbi
e ricci i set interni, con gustosi e a volte curiosi arredi ed elementi d’
epoca, dal sapore tipicamente anglosassone. Le location del paese sono state girate nel caratteristico villaggio di Lacok, set di numerose pellicole, tra cui alcune della saga di Harry Potter(!).
Un film ottimo come pochi, che non manca certo di far
accapponare la pelle e di far saltare il cuore in gola, ottimo da gustare al buio,
salvo poi non poter chiuder occhio durante tutta la notte..
In mancanza di trailers, a seguire una breve clip del film..
Jenifer – Istinto Assassinoè il quarto episodio della prima stagione
della serie antologicaMasters of Horror. Tratto da un breve fumetto diBruce Jones, è diretto
dal regista italianoDario Argento, ed è andato in onda il 18 Novembre 2005.
PLOT (Spoilers)
Il poliziottoFrankè costretto a far fuoco per salvare
dalla mannaia una giovane ragazza, apparentemente schiavizzata. In punto di
morte, l' ultimo rantolata parola del carnefice è "Jenifer"..
Jeniferè la ragazza in
questione, apparentemente del tutto normale, se non per un ritardo mentale
e soprattutto per il viso terribilmente sfigurato, in netto contrasto con il
suo attraente corpo.
Rifiutata da ogni casa di cura viene accolta in casa di Frank, ma
presto le cose precipiteranno, e l' uomo sarà costretto a nascondere e
soddisfare la vera indole della ragazza, in un racconto d' attrazione e
ripudio..
La trama dell’ episodio si basa su un breve fumetto omonimo di 10
pagine, scritto dal fumettista americanoBruce
Jones, e pubblicato per la prima volta nel Luglio del 1974, sul numero
63 della rivista a fumettiHorror
Creepy – Zio Tibia, e ripubblicato nel 1983 a colori sul volume 2 diBerni Wrightson: Master of the
Macabre.
Le tavole sono appunto diBerniWrightson, co-creatore nel 1971 diSwamp
Thing(da cui nel
1982 è trattoIl
Mostro della PaludediWes Craven) per laVertigo, e artista visivo per
film come l’ antologicoHeavy
Metaldel 1981 (per cui
si
cimenta anche come scrittore),Ghostbusters
– Acchiappafantasmidel
1984,13 Ghostsnel 2001,Spider-mandiretto daSam Raiminel 2002,Riding the Bulletdiretto daMick Garrisnel 2004, eThe Mistnel 2007, entrambi basati su omonimi
racconti diStephen King.
Ad adattare ottimamente il tutto perMasters of Horrorc’è l’ attore e doppiatoreSteven Weber, qui nelle
vesti del protagonista Frank, ilJack
Torrencedella miniserieStephen King’s The Shining,
diretta nel 1997 daMick
Garris.
L’ ottimo aspetto sonoro è curato daClaudio
Simonetti, tastierista del gruppo prog italianoGoblin, e storico collaboratore
di Argento, da cui ad esempio i celeberrimi temi diProfondo Rosso, del
1975, eSuspiria,
1977.
Il "Maestro del Brivido"Dario Argentoè ormai lontano, c'è da dirlo, dai
fasti delle origini. Inarrivabili i già citati Profondo Rosso e Suspiria,
o si pensi ad esempio alla sfilza di film prodotti negli anni “70 nel cui
titolo compare il nome di un animale, sulla scia del successo de L’ Uccello dalle Piume di Cristallo,
del 1970, Il Gatto a Nove Code
e Quattro Mosche di Velluto Grigio,
del 1971, la cosiddetta “Trilogia
degli Animali”.
Jenifer - Istinto Assassinonon è certo un capolavoro, ma risulta
tutto sommato un prodotto gradevole. La regia, nonostante rimanga abbastanza
anonima e lontana dallo stile del regista, risulta comunque buona, e se non
altro non è un ennesimo tassello negativo nella filmografia del regista.
Unico punto di contatto con alcune altre produzioni di Argento è la
presenza di forti immagini splatter, qui crude e davvero abbondantissime, un
forte fattore psicologico e una certa
sessualità di fondo. Grazie a quest’ ultimo punto l’ episodio ha avuto l’ onore d’ essere l’ unico nella prima
stagione ad essere stato sottoposto a tagli, ben due.
Non male, ma non il massimo, il deforme make-up indossato dall’ attrice
Carrie Anne Fleming, che offre anche una buona prova recitativa. Per Masters of Horror Dario Argento ha diretto anche l' episodio Pelts - Istinto Animale, sesto episodio della seconda stagione.
Su Best Horror Comics è possibile leggere il breve quanto coinvolgente fumetto originale, nella versione ricolorata del 1983. A seguire, uno spoileroso trailer e i temi musicali di Simonetti. QUI tutti gli episodi recensiti di Masters of Horror.