Premettiamo che da un pò di tempo il mio sonno è caratterizzato da incubi o sogni confusi e dalle trame complicate che mi fanno svegliare a intervalli di un' ora o mezz' ora nel cuore della notte, completamente sudato e assetato...
Stanotte ho sognato che, non so come, sono riuscito a tornare indietro nel tempo , fino al "lontano" 1994, con una seconda persona, che però cambiava a seconda del momento del sogno. Eravamo in piazza, di sabato o domenica sera, ad inizio dicembre. La cosa bella era il fatto che noi riuscissimo a riconoscere la gran parte delle persone, più giovani, mentre loro non avrebbero mai riconosciuto chi fossimo noi, dato che io ad esempio nel "94 non avevo che 3 anni.
Fattostà che decidiamo di andare nella creperia della piazza, locale che tra l' altro nel "94 non esisteva, e che nella versione onirica sembrava più una pizzeria o una birreria piena di gente tutta allegra, e i proprietari erano stranamente più vecchi invece che più giovani.
Insomma, ci sediamo a tavolino assieme a degli sconosciuti. Allora io indico un tizio dall' aspetto particolare che fa baldoria in lontananza e dico al signore affianco a me: "Quel tizio sembra una via di mezzo fra Dario Argento e Sam Raimi...", e quello mi guarda un pò incerto...
Dico io: " Dario Argento, sai, il regista..."
"Si si, ho presente Dario Argento, ma Sam Raimi...?"
"Sam Raimi! Il regista di Spider-Man!"
Ed in quel momento ci siamo guardati per un attimo entrambi, spaesati, e prima ho pensato "Possibile che non abbia visto Spider-Man?" e subito dopo "Caspita, come minimo lo gireranno fra 10 anni...".
lunedì 29 novembre 2010
martedì 23 novembre 2010
Shadow - A Parable (1835) - Edgar Allan Poe
Riporto qui un brevissimo quanto intenso racconto di Edgar Allan Poe. Si tratta di Shadow - A Parable, Ombra - una Parabola, pubblicato in modo anonimo nel 1835 e appartenente alla raccolta dei Racconti del Terrore.
Dopo il salto, riporto inoltre il testo in lingua originale...
Sì! Sebbene cammini nella valle dell’Ombra…
DAVID, Salmi, XXIII
Voi che leggete siete ancora tra i vivi, ma io che scrivo sarò andato da lungo tempo nel regno delle ombre. Poiché succederanno invero strane cose, fatti segreti saranno svelati, e molti secoli saranno trascorsi, prima che queste memorie siano conosciute dall’umanità. E quando le vedranno ci sarà chi non le crederà, che ne dubiterà e solo pochi troveranno molta materia da meditare nelle parole qui scolpite con uno stilo d’acciaio.
L’anno era stato un anno di terrore, e di sensazioni più intense del terrore per le quali non esiste un nome sulla terra. Poiché molti prodigi e segni premonitori si erano manifestati, e in lungo e in largo, sul mare e sulla terraferma, le ali nere della Pestilenza si erano spiegate. A coloro, tuttavia, che conoscono le stelle, non era ignoto che i cieli mostravano un aspetto funesto; ed a me, il greco Oinos, tra gli altri, risultava evidente che era arrivato l’avvicendamento di quei settecentonovantaquattro anni nei quali, all’ingresso dell’Ariete, il pianeta Giove si congiunse con l’anello rosso del terribile Saturno. Il caratteristico atteggiamento dei cieli, se non mi sbaglio grossolanamente, si manifestava non soltanto nell’orbita geometrica della terra ma anche negli stati d’animo, nelle immaginazioni e nelle meditazioni del genere umano.
Intorno a delle caraffe di vino rosso di Chio, tra le mura solenni di una fosca città chiamata Tolemaide, sedevamo, una notte, in gruppo di sette. Alla nostra sala non si poteva accedere se non attraverso l’unica alta porta di bronzo; la porta stessa, foggiata dall’artigiano Corinnos, era un’opera di rara perfezione e si chiudeva dall’interno. Anche i neri drappeggi alle pareti della tetra stanza celavano alla nostra vista la luna, le infauste stelle, le strade deserte, ma non potevano escludere allo stesso modo la presenza e la memoria del Male. C’erano cose intorno a noi, delle quali non sono in grado di dare una esatta descrizione – cose materiali e spirituali – pesantezza dell’atmosfera – senso di soffocamento – ansia – e, soprattutto, quella terribile condizione che i nevrotici sperimentano quando i sensi sono acutamente desti e attivi, mentre i poteri della mente giacciono addormentati. Un peso mortale incombeva su di noi, opprimeva le nostre membra, i mobili della casa, i calici con i quali bevevamo; tutte le cose erano depresse, appiattite, a eccezione delle fiamme di sette lampade di ferro che illuminavano il nostro festino. Allungandosi in sottili alti pennelli di luce, rimanevano accese, pallide, immote e, nello specchio che illuminavano sulla rotonda tavola d’ebano intorno alla quale sedevamo, ciascuno di noi vedeva riflesso il pallore del proprio volto e l’irrequietezza negli occhi dei compagni. Ridevamo e sembravamo allegri, sebbene un po’ isterici; cantavamo le liriche di Anacreonte, un po’ folli, bevevamo abbondantemente sebbene il vino purpureo ci ricordasse il sangue. Poiché c’era un altro ospite nella nostra camera, nella persona del giovane Zoilo. Morto, giaceva lungo disteso, avvolto nel sudario – era il protagonista e il demone della scena.
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mercoledì 17 novembre 2010
Transylvania 6-5000 (1963) - Chuck Jones
Quand' ero bambino, e giuro d' esserlo stato, ricordo che in tv alle volte, fra i vari corti animati dei Looney Tunes o di Tom & Jerry, davano delle puntate che avevano qualcosa di particolare e spiccavano fra le altre, a partire dai soli disegni.
Si trattava di cortometraggi firmati da Chuck Jones, che ritengo sia uno dei migliori animatori mai esistiti, dallo stile sempre così estremo, nonsense e divertente, dai disegni così caratteristici ed espressivi...
I corti di Sam "Canepastore" Sheepdog & Ralph il Lupo fanno sbellicare. Ho scoperto che Jones nel 1966 ha anche diretto una serie di cortometraggi sul Grinch, How the Grinch Stole Christmas!, che è la stessa serie che il bambino di Home Alone 2 - Mamma, ho Riperso l' Aereo guarda spanzato nel televisore di una limousine, ed da piccolo avrei tanto voluto guardare anch' io quel cartone animato, ma probabilmente sarà tutt' ora inedito in italia.
Fatto sta che per me l' accoppiata fra Chuck Jones e il Macabro era perfetta, e lo è tutt' ora.
Propongo qui uno dei suoi corti che mi è rimasto sempre ben impresso nella mente, Transylvania 6-5000, del 1963, appartenente alla serie Merrie Melodies della Warner Bros.
Nel corto, Bugs Bunny, diretto a Pittsburgh in Pennsylvania, si ritrova per sbaglio a Pittsburghe in Transilvania, ed in cerca di un telefono si imbatte nel sinistro Conte Blood Count, personaggio creato appositamente da Jones. L' accento mi ricorda molto quello di Bela Lugosi.
Da sottolineare anche un cameo della Strega Hazel, creata dal regista nel 1954 per il cortometraggio Bewitched Bunny.
Si trattava di cortometraggi firmati da Chuck Jones, che ritengo sia uno dei migliori animatori mai esistiti, dallo stile sempre così estremo, nonsense e divertente, dai disegni così caratteristici ed espressivi...
I corti di Sam "Canepastore" Sheepdog & Ralph il Lupo fanno sbellicare. Ho scoperto che Jones nel 1966 ha anche diretto una serie di cortometraggi sul Grinch, How the Grinch Stole Christmas!, che è la stessa serie che il bambino di Home Alone 2 - Mamma, ho Riperso l' Aereo guarda spanzato nel televisore di una limousine, ed da piccolo avrei tanto voluto guardare anch' io quel cartone animato, ma probabilmente sarà tutt' ora inedito in italia.
Fatto sta che per me l' accoppiata fra Chuck Jones e il Macabro era perfetta, e lo è tutt' ora.
Propongo qui uno dei suoi corti che mi è rimasto sempre ben impresso nella mente, Transylvania 6-5000, del 1963, appartenente alla serie Merrie Melodies della Warner Bros.
Nel corto, Bugs Bunny, diretto a Pittsburgh in Pennsylvania, si ritrova per sbaglio a Pittsburghe in Transilvania, ed in cerca di un telefono si imbatte nel sinistro Conte Blood Count, personaggio creato appositamente da Jones. L' accento mi ricorda molto quello di Bela Lugosi.
Da sottolineare anche un cameo della Strega Hazel, creata dal regista nel 1954 per il cortometraggio Bewitched Bunny.
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domenica 14 novembre 2010
A Volte Penso al Suicidio
« Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello mi casca quasi di mano, e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l'estrema solitudine ».
La sera del 27 luglio 1890, una domenica, dopo essere uscito per dipingere come al solito nelle campagne che circondavano il paese, rientrò sofferente nella locanda e si rifugiò subito nella sua camera: lo trovarono sdraiato sul letto, confessò di essersi sparato un colpo di rivoltella al petto in un campo vicino.
Al dottor Gachet, che non poté estrargli il proiettile e si limitò a fasciarlo, esprimendogli, per rincuorarlo, la sua speranza di salvarlo, spiegò che egli aveva tentato coscientemente il suicidio e che, se fosse sopravvissuto, avrebbe dovuto riprovarci.
«Volevo uccidermi, ma ho fatto cilecca ».
«Volevo uccidermi, ma ho fatto cilecca ».
Rifiutò di dare spiegazioni del suo gesto.
Al fratello Théo confidò: «La mia tristezza non avrà mai fine».
Al fratello Théo confidò: «La mia tristezza non avrà mai fine».
«Ora vorrei ritornare».
Poco dopo ebbe un accesso di soffocamento, poi perse conoscenza e morì verso l' una e mezza di notte del 29 luglio.
In tasca gli trovarono una lettera non spedita a Théo: «Vorrei scriverti molte cose ma ne sento l'inutilità ... per il mio lavoro io rischio la vita e ho compromesso a metà la mia ragione ... ».
In quanto suicida, il parroco di Auvers si rifiutò di benedire la salma e il carro funebre fu fornito da un municipio vicino. Il 30 luglio la bara, rivestita da un drappo bianco e ricoperta di fiori gialli, fu calata in una fossa accanto al muro del piccolo cimitero di Auvers.
Pochi mesi dopo anche Théo Van Gogh venne ricoverato in una clinica parigina per malattie mentali.
Dopo un apparente miglioramento, si trasferì a Utrecht, dove morì il 25 gennaio 1891, a sei mesi di distanza dal fratello.
Le sue spoglie furono trasferite ad Auvers e tumulate accanto a quelle di Vincent.
In tasca gli trovarono una lettera non spedita a Théo: «Vorrei scriverti molte cose ma ne sento l'inutilità ... per il mio lavoro io rischio la vita e ho compromesso a metà la mia ragione ... ».
In quanto suicida, il parroco di Auvers si rifiutò di benedire la salma e il carro funebre fu fornito da un municipio vicino. Il 30 luglio la bara, rivestita da un drappo bianco e ricoperta di fiori gialli, fu calata in una fossa accanto al muro del piccolo cimitero di Auvers.
Pochi mesi dopo anche Théo Van Gogh venne ricoverato in una clinica parigina per malattie mentali.
Dopo un apparente miglioramento, si trasferì a Utrecht, dove morì il 25 gennaio 1891, a sei mesi di distanza dal fratello.
Le sue spoglie furono trasferite ad Auvers e tumulate accanto a quelle di Vincent.
[ Elementi di Biografia tratti da Wikipedia ]
giovedì 11 novembre 2010
The Invisible Man - L' Uomo Invisibile (1933) - James Whale
Si parla di un Classico Universal, The Invisible Man - L' Uomo Invisibile, film diretto da James Whale nel 1933.
Film che sin da subito ricorda The Bride of Frankenstein - La Moglie di Frankenstein, diretto nel 1935 dallo stesso regista, poiché in entrambi, nonostante l' atmosfera sia prevalentemente seria e i protagonisti siano afflitti da qualche dramma, nulla risulta mai troppo pesante, e nei momenti adatti è presente anche un velo d' ironia.
Non occorre dir troppo sulla trama, se non che è tratta dal romanzo omonimo scritto nel 1881 da Herbert George Wells, scrittore di grandi capolavori della fantascienza, come The War of the Worlds - La Guerra dei Mondi del 1897 (di cui ricordiamo il celeberrimo adattamento radiofonico di Orson Welles), The Island of Dr. Moreau del 1895 (di cui esiste un adattamento non eccezionale del 1996 con un Marlon Brando ai limiti dell' Obesità), o di The First Men in the Moon del 1901 (a cui Georges Méliès si rifà in parte per il suo Le voyage dans la Lune - Viaggio nella Luna del 1902).
L' adattamento rimane abbastanza fedele, se non per i tempi: nel romanzo la trasformazione avviene lentamente, nel film il protagonista è già l' Uomo Invisibile.
Gli effetti speciali di John P. Fulton sono un qualcosa di meraviglioso, specie contando che si tratta di un film del 1933. Purtroppo, va detto, tale bellezza probabilmente non è percepibile da tutti gli spettatori odierni, "viziati" dalla tecnologia.
Per la realizzazione dell' effetto "Invisibile" venivano innanzi tutto girati i fondali, senza attore. In seguito, su una seconda pellicola, veniva ripreso l' attore, dopo avergli avvolto testa e mani nel velluto nero, oltre che i fondali, in modo che la pellicola venisse impressionata dai soli vestiti. Sovrapponendo poi la seconda pellicola alla prima, si otteneva la scena completa, in cui i vestiti, senza volto ne mani, si muovono sullo uno sfondo. Si tratta di una sorta di proto-Chroma Key.
In alcune scene viene usata addirittura una sola pellicola, ed è quindi possibile vedere lo sfondo attraverso gli abiti dell' Uomo Invisibile, poiché questi, in corso di riprese, finivano per sovrapporsi alle parti già impressionate.
Fulton tornerà l' altro per curare gli effetti speciali di The Bride of Frankenstein, come anche quelli de La Mummia nel 1932, L' Uomo Lupo nel "41 e altri capolavori. Non per nulla si tratta di un tre volte nominato agli Oscar.
Il travestimento dell' Uomo Invisibile rimane molto iconico.
Tale estetica viene, ad esempio, ripresa nella celebre serie di fumetti La Lega degli Straordinari Gentlemen, di Alan Moore, nonché nel "blando" adattamento cinematografico La Leggenda degli Uomini Straordinari, del 2003. In quel caso, tuttavia, non si tratta del personaggio originale, ma di un certo ladro di nome Skinner, venuto in possesso della formula dell' Invisibilità. Inoltre le classiche bende vengono sostituite da una crema che lui si spalma in viso, con un effetto, in alcune scene, abbastanza esagerato.
Ricordiamo anche il film Hollow Man - L' Uomo senza Ombra, del 2000, in cui l' Uomo Invisibile, Kevin Bacon, indossa addirittura una maschera in lattice rosa.Ad esempio, in una scena spiegano che bisogna tenere le luci non troppo forti, perchè dato che lui ha le palpebre invisibili gli fan male gli occhi. Ed io mi chiedo, ma se è invisibile ha anche la retina Invisibile, e dove dovrebbero andare a riflettersi le immagini? Voglio dire, dovrebbe essere cieco. Che bisogno c'è di sottolineare al pubblico la cosa delle palpebre, se poi si lasciano perdere cose più importanti?
A dare le movenze e la voce al Dottor Jack Griffin, alias l' Uomo Invisibile, è l' attore Claude Rains, che mostra il suo vero aspetto solo in una brevissima scena finale.
Nel cast anche una giovanissima Gloria Stuart, partecipe poi nel Titanic di Cameron. Fa anche una comparsata l' attore Dwight Frye, il Renfield nel Dracula del 1931, poi presente anche lui in The Bride of Frankenstein e Frankenstein del 1931.
Numerosi i sequel, tra cui The Invisible Man Returns - Il Ritoro dell' Uomo Invisibile del 1940 con Vincent Price.
Si consiglia, fra parentesi, per chi fosse interessato a sapere qualcosina in più su che fine abbia fatto Whale, il film Gods and Monsters - Demoni e Dei del 1998, con Ian McKellen, nel ruolo di Whale, e Brendan Fraser.
The Invisible Man - L Uomo Invisibile è un film del 1933 diretto da James Whale.
Ecco il Trailer in lingua...
Cit:
- Oggi ho visto L' Uomo Invisibile!
- E come hai fatto? .-.
Film che sin da subito ricorda The Bride of Frankenstein - La Moglie di Frankenstein, diretto nel 1935 dallo stesso regista, poiché in entrambi, nonostante l' atmosfera sia prevalentemente seria e i protagonisti siano afflitti da qualche dramma, nulla risulta mai troppo pesante, e nei momenti adatti è presente anche un velo d' ironia.
Non occorre dir troppo sulla trama, se non che è tratta dal romanzo omonimo scritto nel 1881 da Herbert George Wells, scrittore di grandi capolavori della fantascienza, come The War of the Worlds - La Guerra dei Mondi del 1897 (di cui ricordiamo il celeberrimo adattamento radiofonico di Orson Welles), The Island of Dr. Moreau del 1895 (di cui esiste un adattamento non eccezionale del 1996 con un Marlon Brando ai limiti dell' Obesità), o di The First Men in the Moon del 1901 (a cui Georges Méliès si rifà in parte per il suo Le voyage dans la Lune - Viaggio nella Luna del 1902).
L' adattamento rimane abbastanza fedele, se non per i tempi: nel romanzo la trasformazione avviene lentamente, nel film il protagonista è già l' Uomo Invisibile.
Gli effetti speciali di John P. Fulton sono un qualcosa di meraviglioso, specie contando che si tratta di un film del 1933. Purtroppo, va detto, tale bellezza probabilmente non è percepibile da tutti gli spettatori odierni, "viziati" dalla tecnologia.
Per la realizzazione dell' effetto "Invisibile" venivano innanzi tutto girati i fondali, senza attore. In seguito, su una seconda pellicola, veniva ripreso l' attore, dopo avergli avvolto testa e mani nel velluto nero, oltre che i fondali, in modo che la pellicola venisse impressionata dai soli vestiti. Sovrapponendo poi la seconda pellicola alla prima, si otteneva la scena completa, in cui i vestiti, senza volto ne mani, si muovono sullo uno sfondo. Si tratta di una sorta di proto-Chroma Key.
In alcune scene viene usata addirittura una sola pellicola, ed è quindi possibile vedere lo sfondo attraverso gli abiti dell' Uomo Invisibile, poiché questi, in corso di riprese, finivano per sovrapporsi alle parti già impressionate.
Fulton tornerà l' altro per curare gli effetti speciali di The Bride of Frankenstein, come anche quelli de La Mummia nel 1932, L' Uomo Lupo nel "41 e altri capolavori. Non per nulla si tratta di un tre volte nominato agli Oscar.
Il travestimento dell' Uomo Invisibile rimane molto iconico.
L' Uomo Invisibile Rodney Skinner nel film La Leggenda degli Uomini Straordinari |
Ricordiamo anche il film Hollow Man - L' Uomo senza Ombra, del 2000, in cui l' Uomo Invisibile, Kevin Bacon, indossa addirittura una maschera in lattice rosa.Ad esempio, in una scena spiegano che bisogna tenere le luci non troppo forti, perchè dato che lui ha le palpebre invisibili gli fan male gli occhi. Ed io mi chiedo, ma se è invisibile ha anche la retina Invisibile, e dove dovrebbero andare a riflettersi le immagini? Voglio dire, dovrebbe essere cieco. Che bisogno c'è di sottolineare al pubblico la cosa delle palpebre, se poi si lasciano perdere cose più importanti?
A dare le movenze e la voce al Dottor Jack Griffin, alias l' Uomo Invisibile, è l' attore Claude Rains, che mostra il suo vero aspetto solo in una brevissima scena finale.
Nel cast anche una giovanissima Gloria Stuart, partecipe poi nel Titanic di Cameron. Fa anche una comparsata l' attore Dwight Frye, il Renfield nel Dracula del 1931, poi presente anche lui in The Bride of Frankenstein e Frankenstein del 1931.
Numerosi i sequel, tra cui The Invisible Man Returns - Il Ritoro dell' Uomo Invisibile del 1940 con Vincent Price.
Si consiglia, fra parentesi, per chi fosse interessato a sapere qualcosina in più su che fine abbia fatto Whale, il film Gods and Monsters - Demoni e Dei del 1998, con Ian McKellen, nel ruolo di Whale, e Brendan Fraser.
The Invisible Man - L Uomo Invisibile è un film del 1933 diretto da James Whale.
Ecco il Trailer in lingua...
Cit:
- Oggi ho visto L' Uomo Invisibile!
- E come hai fatto? .-.
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The Invisible Man - L' Uomo Invisibile (1933),
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domenica 7 novembre 2010
Minnie the Moocher (1932) - Betty Boop
Dunque, premettiamo che ho conosciuto il jazzista Cab Calloway guardando il film The Blues Brothers, del 1980, in cui è l' anzianotto mentore di Jhon Belushi e Dan Aykroyd, e canta il suo cavallo di battaglia, Minnie the Moocher, del 1931.
Ecco, riassuntivamente il testo di Minnie the Moocher parla di una ragazza nulla facente, alcolizzata e drogata che sta con un cocainomane e oppiomane e che sogna di nuotare nei soldi, ma, nonostante ciò, la canzone fa da sfondo e da il titolo al cortometraggio animato Minnie the Moocher, del 1932, appartenente alla serie Talkartoons, con protagonista Betty Boop e il cagnolino Bimbo, ovvero il fidanzato della stessa.
Cab Calloway da la voce e le movenze ad un "fantasma Tricheco" tramite la tecnica del Rotoscopio, che a me sembra una sorta di precursore del Motion Capture. In pratica, per far sembrare più realistici i movimenti dei personaggi, si filmavano normalmente attori in carne ed ossa, e dopo, partendo dal girato, si creava il cartone animato, ricalcando i singoli fotogrammi della pellicola.
Era una tecnica abbastanza diffusa, ad esempio è usata su Biancaneve nel film Disney, oppure nel film Yellow Submarine, nella scena di Lucy in the Sky with Diamonds con la ragazza a cavallo, oppure sono rotoscopiate le spade laser della trilogia originale di Star Wars.
Ad ogni modo, il corto è diretto nel 1932 da Dave Fleischer e prodotto dal fratello Max, tra l' altro inventori sia di Betty Boop che del Rotoscopio.
E' la prima delle tre collaborazoni fra Cab Calloway e i Fleischer Studios, assieme a The Old Man of the Mountain e Snow White, entrambe del 1933.
Ecco, riassuntivamente il testo di Minnie the Moocher parla di una ragazza nulla facente, alcolizzata e drogata che sta con un cocainomane e oppiomane e che sogna di nuotare nei soldi, ma, nonostante ciò, la canzone fa da sfondo e da il titolo al cortometraggio animato Minnie the Moocher, del 1932, appartenente alla serie Talkartoons, con protagonista Betty Boop e il cagnolino Bimbo, ovvero il fidanzato della stessa.
Cab Calloway da la voce e le movenze ad un "fantasma Tricheco" tramite la tecnica del Rotoscopio, che a me sembra una sorta di precursore del Motion Capture. In pratica, per far sembrare più realistici i movimenti dei personaggi, si filmavano normalmente attori in carne ed ossa, e dopo, partendo dal girato, si creava il cartone animato, ricalcando i singoli fotogrammi della pellicola.
Era una tecnica abbastanza diffusa, ad esempio è usata su Biancaneve nel film Disney, oppure nel film Yellow Submarine, nella scena di Lucy in the Sky with Diamonds con la ragazza a cavallo, oppure sono rotoscopiate le spade laser della trilogia originale di Star Wars.
Ad ogni modo, il corto è diretto nel 1932 da Dave Fleischer e prodotto dal fratello Max, tra l' altro inventori sia di Betty Boop che del Rotoscopio.
E' la prima delle tre collaborazoni fra Cab Calloway e i Fleischer Studios, assieme a The Old Man of the Mountain e Snow White, entrambe del 1933.
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Minnie the Moocher (1932),
Musica,
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