lunedì 13 dicembre 2010

Cronos (1992) - Guillermo del Toro

Cronos è il primo lungometraggio del regista messicano Guillermo del Toro, e contiene molti degli elementi che avrebbero caratterizzato la sua filmografia, come Insetti, Orfani, Vampiri e Ron Perlman...

Trama (Eventuali Spoiler)
"<< Nel 1536, fuggendo dall' Inquisizione, l' alchimista Uberto Fulcanelli sbarcò a Veracruz, Messico.
Nominato orologiaio ufficiale del viceré, Fulcanelli era deciso a perfezionare un' invenzione che gli avrebbe fatto ottenere la chiave per la Vita Eterna.
Lo chiamava il Congegno di Cronos...
Quattrocento anni dopo, una notte, nel 1937, parte della volta di un edificio crollò.
Tra le vittime c' era un uomo dalla strana pelle, del colore del marmo alla luce della luna, con una ferita mortale al petto.
Le sue ultime parole furono "Suo Tempore".
Quell' uomo era l' alchimista.
Le autorità localizzarono la residenza del defunto. Quello che vi trovarono non venne mai interamente rivelato al pubblico. Si trattava di un cadavere e di bacinelle atte a raccoglierne il sangue.
Dopo una breve indagine, la casa e ciò che conteneva furono vendute ad un' asta pubblica.
Mai, in nessuna lista o inventario, fu menzionato il Congegno di Cronos.
Per quello che se ne sa, non è mai esistito... >>
Tuttavia, qualcuno sa della sua esistenza e sa dove cercare. Il Congegno di Cronos è nascosto all' interno di una statuetta raffigurante un arcangelo, proprio come quella che nel 1997 si trova nel negozio dell' antiquario Jesùs Gris."

Cronos è un film del 1992 diretto da Guillermo del Toro. Non so se sia edito in italia, ma la versione che ho visto io era in un misto di inglese e spagnolo, con sottotitoli in italiano.
Dunque, l' antiquario Jesùs Gris, che si può dire il protagonista principale, è l' attore argentino Federico Luppi, qui alla sua prima collaborazione con il regista. Sarà, infatti, parte del cast de El Espinazo del Diablo, The Devil's Backbone - La Spina del Diavolo, del 2001, e farà una comparsata in El Laberinto del Fauno, Pan's Labyrinth - Il Labirinto del Fauno, del 2006, nel ruolo del Re del Regno Sotteraneo.
Si tratta della prima collaborazione con il regista anche per l' attore americano Ron Perlman, qui nella parte di Angelo De la Guardia, scagnozzo del suo zio Dieter De la Guardia, vecchio uomo d' affari prossimo alla Morte, e bramoso della Vita Eterna. Nel 2002, Perlman sarà uno dei principali antagonisti, il Vampiro Reinhardt, nel film Blade II, mentre sarà sotto il trucco del protagonista principale nel film HellBoy, del 2004, e nel suo sequel, Hellboy II: The Golden Army, del 2008.
Dieter De la Guardia è interpretato dall' attore messicano Claudio Brook, mentre non è da dimenticare la figura dell' orfanella Aurora Gris, nipote di Jesùs, interpretata da Tamara Shanath.

Si può dire che il film sia la classica "fiaba" alla del Toro, anche se non è troppo eccezionale e a tratti potrebbe sembrare un banale film per tv.
Senza rivelare troppo, ci sono elementi che tecnicamente dovrebbero appartenere alla sfera dell' Horror e da un certo punto la storia assume un atmosfera cupa, ma il tutto rimane assolutamente godibile senza che ci siano scene troppo forti, ed il che risulta apprezzabile.
Angelo De la Guardia, seppur violento, mostra addirittura un lato comico, così come altri personaggi minori . Mi chiedo se ci sia, inoltre, un probabile collegamento fra il suo nome ed il fatto che lo zio tenda a circondarsi di "angeli", in cerca di quello contenente il Congegno.

L' estetica del Congegno di Cronos, dalla forma di un insetto dorato, fa pensare a The Gold-Bug, Lo Scarabeo D' Oro, racconto del 1843 scritto da Edgar Allan Poe, ma che a livello di trama ha poco a che fare con la storia di Del Toro.
Già da questa sua prima pellicola, il regista ricorre inoltre all' uso del makeup, per ricreare della "finta pelle",  in particolare la pelle brillante delle vittime del Cronos, così come farà per la maggior parte dei suoi film successivi.
Infine, una precisazione. La locandina mostra una ragazza con il Congegno di Cronos, ma nel film non c'è nulla del genere.

Mi sono documentato inoltre sulla figura di Fulcanelli, misterioso alchimista vissuto nei primi decenni del 1900, del quale non si conoscono ne il vero nome ne le date di nascita e morte, e che, secondo leggenda, pare sia riuscito a scoprire come trasformare il metallo in oro, così come l' alchimista Nicholas Flamel con il suo Lapis Philosophorum, la Pietra Filosofale.
Altre leggende ipotizzano, infatti, che Fulcanelli fosse proprio uno degli pseudonimi assunti da Flamel per nascondere al mondo la sua Immortalità...

Ecco un trailer del film...

domenica 12 dicembre 2010

Got My Mind Set On You (1987) - George Harrison

Una canzone che mette allegria è senz' altro Got my Mind Set on You, inizialmente scritta nel 1962 da Rudy Clark per James Ray, ma forse divenuta più celebre nel 1987, quando viene ripresa dal chittarrista George Harrison.
Ammetto che l' allegria ha poco a che fare con questo blog, ma trovo molto interessante uno dei due videoclip girati per la versione di Harrison.
Pubblicato nel 1988 per la regia di Gary Weis, vanta tre nomination ai Video Music Awards, tra cui quella per i Migliori Effetti Speciali.
Ha a che fare con una Casa Stregata, e c'è da dire che ricorda molto una celebre scena de The Evil Dead 2, La Casa 2, film diretto da Sam Raimi proprio nel 1987, ovvero giusto un anno prima...
Si tratta di una somiglianza casuale, o forse Weis è fra i fan di Raimi?







lunedì 6 dicembre 2010

Repossessed - Riposseduta (1990) - Bob Logan

<< -Tu sei solo una creatura infernale, io rappresento il credo professato da popoli interi. Lo sai che la religione cristiana è seguita da più di un miliardo di persone?
-Capirai, anche la ruota della fortuna.
.. >>



Chi ha visto L' Esorcista, film diretto nel 1973 da William Friedkin, sa di quale grande capolavoro si tratta. 
Qui si parla purtroppo d' altro..


( Spoiler )
Repossessed - Riposseduta si pone come una sorta di Sequel/Parodia de L' Esorcista, tant'è che inizia proprio nel 1973, anno in cui Padre Jebedaiah Mayii scaccia il Diavolo dal corpo della piccola Nancy Aglet, con tanto di infarto e caduta dalla scale.
Tuttavia, diciassette anni dopo, Nancy viene appunto riposseduta, attraverso il tubo catodico, e decide di affidarsi al giovane Padre Luke Brophy, poichè Padre Mayii si è ormai ritirato a causa di problemi cardiaci.
La questione si complica quando il conduttore televisivo Ernest Weller decide di fare dell' Esorcismo uno spettacolo televisivo...





Riposseduta è un film scritto e diretto nel 1990 da Bob Logan.
 Padre Jebedaiah Mayii è il sempre canuto Leslie Nielsenmentre la Riposseduta è interpretata da Linda Blair, già interprete di Regan MacNeil, la bambina Posseduta ne L' Esorcista; 
Padre Luke Brophy è Anthony Starke, protagonista del cult Il Ritorno dei Pomodori Assassini nel 1987, mentre Ernest Weller è Ned Beattygià attore ne L' Esorcista II: L' Eretico del 1977, ma forse più celebre come tirapiedi grassottello e stupidotto di Lex Luthor in Superman del 1978.

Linda Blair torna dopo 17 anni sotto il make-up che la resa celebre, sebbene qui si tratti di una versione molto semplificata. 
Da sottolineare che ne L' Esorcista II: L' Eretico, diretto nel 1977 da John Boormanl' attrice aveva rifiutato di sottoporsi al trucco, obbligando la produzione ad usare una controfigura che lo indossasse.



La pellicola esce al cinema un mese dopo L' Esorcista III, distribuito nell' Agosto dello stesso anno.




Non si può certamente dire che il film faccia propriamente morire dal ridere, con battute spesso prevedibili o già viste, se non per qualche isolata trovata geniale e per le miriadi di citazioni, che vanno da Star Wars ai Fratelli Marx, passando per Rocky e Rambo.
In effetti il tutto sembra voler imitare lo stile demenziale di pellicole ben più celebri come Una Pallottola Spuntata, o Airplane! - L' Aereo più pazzo del Mondo, ma purtroppo senza riuscirci granché. 

Insomma, non è un film consigliatissimo, se non ai fan di Leslie Nielsen, o ai fan della saga de L' Esorcista, o ai fan della Crema di Piselli...


Di seguito il Trailer Originale... 






sabato 4 dicembre 2010

L' Oggetto alla tua Sinistra è l' Arma scelta per l' imminente Apocalisse Zombie. Di che si tratta??



Un' Apocalisse Zombie è imminente, i morti stanno per tornare dalle proprie Tombe, bramosi di carne umana.
L' unica arma su cui potrete far affidamento per salvare i vostri succulenti Cervelli è il primo oggetto che ora, voltandovi a sinistra, vi si para davanti.

Cosa vi è capitato? Siete stati abbastanza fortunati?

giovedì 2 dicembre 2010

The Outsider (1926) - H.P.Lovecraft

Uomini come Poe, o Lovecraft, non possono che essere associati alla Solitudine. Non tanto, o meglio, non solo, una solitudine a livello fisico, ma una Solitudine a livello Morale.
Costoro sono uomini diversi, che poco hanno a che fare con i modi delle loro società, sono degli Estranei, e così i propri personaggi.
Propongo qui The Outsider, L' Estraneo, scritto da Howard Phillips Lovecraft nel 1921 e pubblicato nell' Aprile del "26, sulla rivista Weird Tales.
Il protagonista è appunto uno di questi Uomini Solitari, in cerca della luce.
Lovecraft stesso scrisse dell' opera "It represents my literal though unconscious imitation of Poe at its very height.- Rappresenta l' apice della mia letteraria imitazione, sebbene inconscia, di Poe."
Alcuni elementi del racconto sono ripresi nel film Castel Freak, diretto nel 1995 da Stuart Gordon .
Dopo il salto, anche il testo originale...





Quella notte il Barone sognò molte sciagure,
E tutti i suoi ospiti guerrieri, in forma ed apparenza
Di streghe, larve e grassi vermi delle sepolture,
A lungo tormentarono i suoi sogni.
KEATS


Infelice chi dell’infanzia ha soltanto memorie di paura e tristezza. Sventurato chi, volgendosi indietro, non vede che ore solitarie trascorse in sale vaste e malinconiche, tappezzate di lugubri tendaggi e file esasperanti di libri antichi, o in desolate veglie in boschi crepuscolari fitti di immensi alberi grotteschi coperti da erbe, che agitano silenziosi in alto i rami contorti.
Tal sorte gli dèi hanno riservato a me... A me: l’attonito, il deluso; l’abbandonato, l’infranto. Eppure, stranamente pago, mi aggrappo in modo patetico anche a questi ricordi appassiti negli attimi in cui la mente minaccia di soverchiarli per richiamare l’'altro ricordo.
Non so dove sono nato: so soltanto che il castello era infinitamente antico e infinitamente orribile, pieno di ànditi oscuri e di alti soffitti ove l'occhio null'altro incontrava che ombre e ragnatele. Le pietre dei corridoi in sfacelo parevano sempre odiosamente viscide, e ovunque stagnava un lezzo esecrabile, come di cadaveri ammucchiati nell’avvicendarsi delle morte generazioni.
Non vi era mai luce, sicché solevo talvolta accendere qualche candela e contemplare la fiamma per trovar conforto. Né mai risplendeva il sole al di fuori, ché gli alberi giganteschi crescevano più alti della torre più elevata che fosse accessibile. Una sola torre, nera, si innalzava al di sopra degli alberi, riuscendo a penetrare il cielo sconosciuto: ma era diroccata all’interno e non si poteva ascendere se non arrischiando una scalata pressoché impossibile lungo la parete nuda, pietra dopo pietra.
In quel luogo devo aver vissuto per anni, ma non so misurarne il numero. Qualcuno di certo doveva provvedere a ciò che mi era necessario; tuttavia, non mi sovviene di altri esseri umani all’infuori di me, né di alcunché di vivo eccetto i topi silenziosi, i pipistrelli o i ragni. Credo che chi mi ha allevato dovesse essere paurosamente vecchio, giacché la mia prima idea di un essere vivente fu di qualcosa che mi rassomigliava in maniera caricaturale, ma che era deforme, avvizzito e cadente come il castello.
Non trovavo nulla di grottesco nelle ossa e negli scheletri che affollavano una parte delle cripte di pietra dei profondi sotterranei. Nella mia fantasia, accomunavo quelle cose agli eventi quotidiani, e le ritenevo assai più naturali delle immagini variopinte di esseri umani che scorgevo in molti dei libri ammuffiti.

The Night Flier (1997) - Mark Pavia

Trama ( Spoiler )
" Un uomo, che si crede più di un uomo, vola in aereporti remoti in piena notte con il suo aereo, uccide il primo poveraccio che trova, ne dissangua il corpo e vola via a caccia della sua prossima vittima ignara.
Si fa chiamare Dwight Renfield, e si da il caso che Dwight fosse il nome di battesimo di un attore, Dwight Frye, che interpretava il ruolo di Renfiel, il servo pazzo di Dracula, nel film del 1931. >>
Si tratta di una storia perfetta per la prima pagina dell' Inside View, giornale che tratta di argomenti di cattivo gusto o tendenti all' inverosimile, come rapimenti alieni, aggressioni ad handicappati ( ma solo se strane, coinvolgenti, a sfondo sessuale, violente ), mogli picchiate, uso bizzarro del corpo umano, possessioni demoniache, trapianti di seno con rigetto ( che vanno sempre forte ), celebrità drogate, depravate, morenti, morte, e naturalmente morte resuscitate...
Ad indagare su questo depravato assassino travestito da Vampiro, soprannominato Night Flier, c'è lo scorbuticoe freddo Richard Dees, uno dei migliori reporter della redazione, nonchè pilota d' aereo.
Il giornalista è altamente scettico verso il metafisico, " Mai credere alle cose che scrivi, mai scrivere le cose in cui credi ", ed è fermamente convinto della pazzia insita negli uomini, ma stavolta ad essere messa a dura prova sarà la sua stessa Razionalità ..."

 The Night Flier è un film del 1997 diretto da un certo Mark Pavia e interpratato da Miguel Ferrer, che ha quanto pare è un cugino di George Clooney. In italia il titolo è stato tradotto come Il Volatore Notturno, nonostante nello stesso film si faccia riferimento all' assassino con un più decente Il Pilota della Notte.

lunedì 29 novembre 2010

Avventure Oniriche

Premettiamo che da un pò di tempo il mio sonno è caratterizzato da incubi o sogni confusi e dalle trame complicate che mi fanno svegliare a intervalli di un' ora o mezz' ora nel cuore della notte, completamente sudato e assetato...

Stanotte ho sognato che, non so come, sono riuscito a tornare indietro nel tempo , fino al "lontano" 1994, con una seconda persona, che però cambiava a seconda del momento del sogno. Eravamo in piazza, di sabato o domenica sera, ad inizio dicembre. La cosa bella era il fatto che noi riuscissimo a riconoscere la gran parte delle persone, più giovani, mentre loro non avrebbero mai riconosciuto chi fossimo noi, dato che io ad esempio nel "94 non avevo che 3 anni.

Fattostà che decidiamo di andare nella creperia della piazza, locale che tra l' altro nel "94 non esisteva,  e che nella versione onirica sembrava più una pizzeria o una birreria piena di gente tutta allegra, e i proprietari erano stranamente più vecchi invece che più giovani.
Insomma, ci sediamo a tavolino assieme a degli sconosciuti. Allora io indico un tizio dall' aspetto  particolare che fa baldoria in lontananza e dico al signore affianco a me: "Quel tizio sembra una via di mezzo fra Dario Argento e Sam Raimi...", e quello mi guarda un pò incerto...
Dico io: " Dario Argento, sai, il regista..."
"Si si, ho presente Dario Argento, ma Sam Raimi...?"
"Sam Raimi! Il regista di Spider-Man!"
Ed in quel momento ci siamo guardati per un attimo entrambi, spaesati, e prima ho pensato "Possibile che non abbia visto Spider-Man?" e subito dopo "Caspita, come minimo lo gireranno  fra 10 anni...".

martedì 23 novembre 2010

Shadow - A Parable (1835) - Edgar Allan Poe

Riporto qui un brevissimo quanto intenso racconto di Edgar Allan Poe. Si tratta di Shadow - A ParableOmbra - una Parabola, pubblicato in modo anonimo nel 1835 e appartenente alla raccolta dei Racconti del Terrore.
Dopo il salto, riporto inoltre il testo in lingua originale...

Sì! Sebbene cammini nella valle dell’Ombra…
DAVID, Salmi, XXIII

Voi che leggete siete ancora tra i vivi, ma io che scrivo sarò andato da lungo tempo nel regno delle ombre. Poiché succederanno invero strane cose, fatti segreti saranno svelati, e molti secoli saranno trascorsi, prima che queste memorie siano conosciute dall’umanità. E quando le vedranno ci sarà chi non le crederà, che ne dubiterà e solo pochi troveranno molta materia da meditare nelle parole qui scolpite con uno stilo d’acciaio.
L’anno era stato un anno di terrore, e di sensazioni più intense del terrore per le quali non esiste un nome sulla terra. Poiché molti prodigi e segni premonitori si erano manifestati, e in lungo e in largo, sul mare e sulla terraferma, le ali nere della Pestilenza si erano spiegate. A coloro, tuttavia, che conoscono le stelle, non era ignoto che i cieli mostravano un aspetto funesto; ed a me, il greco Oinos, tra gli altri, risultava evidente che era arrivato l’avvicendamento di quei settecentonovantaquattro anni nei quali, all’ingresso dell’Ariete, il pianeta Giove si congiunse con l’anello rosso del terribile Saturno. Il caratteristico atteggiamento dei cieli, se non mi sbaglio grossolanamente, si manifestava non soltanto nell’orbita geometrica della terra ma anche negli stati d’animo, nelle immaginazioni e nelle meditazioni del genere umano.
Intorno a delle caraffe di vino rosso di Chio, tra le mura solenni di una fosca città chiamata Tolemaide, sedevamo, una notte, in gruppo di sette. Alla nostra sala non si poteva accedere se non attraverso l’unica alta porta di bronzo; la porta stessa, foggiata dall’artigiano Corinnos, era un’opera di rara perfezione e si chiudeva dall’interno. Anche i neri drappeggi alle pareti della tetra stanza celavano alla nostra vista la luna, le infauste stelle, le strade deserte, ma non potevano escludere allo stesso modo la presenza e la memoria del Male. C’erano cose intorno a noi, delle quali non sono in grado di dare una esatta descrizione – cose materiali e spirituali – pesantezza dell’atmosfera – senso di soffocamento – ansia – e, soprattutto, quella terribile condizione che i nevrotici sperimentano quando i sensi sono acutamente desti e attivi, mentre i poteri della mente giacciono addormentati. Un peso mortale incombeva su di noi, opprimeva le nostre membra, i mobili della casa, i calici con i quali bevevamo; tutte le cose erano depresse, appiattite, a eccezione delle fiamme di sette lampade di ferro che illuminavano il nostro festino. Allungandosi in sottili alti pennelli di luce, rimanevano accese, pallide, immote e, nello specchio che illuminavano sulla rotonda tavola d’ebano intorno alla quale sedevamo, ciascuno di noi vedeva riflesso il pallore del proprio volto e l’irrequietezza negli occhi dei compagni. Ridevamo e sembravamo allegri, sebbene un po’ isterici; cantavamo le liriche di Anacreonte, un po’ folli, bevevamo abbondantemente sebbene il vino purpureo ci ricordasse il sangue. Poiché c’era un altro ospite nella nostra camera, nella persona del giovane Zoilo. Morto, giaceva lungo disteso, avvolto nel sudario – era il protagonista e il demone della scena.

mercoledì 17 novembre 2010

Transylvania 6-5000 (1963) - Chuck Jones

Quand' ero bambino, e giuro d' esserlo stato, ricordo che in tv alle volte, fra i vari corti animati dei Looney Tunes o di Tom & Jerry, davano delle puntate che avevano qualcosa di particolare e spiccavano fra le altre, a partire dai soli disegni.

Si trattava di cortometraggi firmati da Chuck Jones, che ritengo sia uno dei migliori animatori mai esistiti, dallo stile sempre così estremo, nonsense e divertente, dai disegni così caratteristici ed espressivi...
I corti di Sam "Canepastore" Sheepdog & Ralph il Lupo fanno sbellicare. Ho scoperto che Jones nel 1966 ha anche diretto una serie di cortometraggi sul Grinch, How the Grinch Stole Christmas!, che è la stessa serie che il bambino di Home Alone 2 - Mamma, ho Riperso l' Aereo guarda spanzato nel televisore di una limousine, ed da piccolo avrei tanto voluto guardare anch' io quel cartone animato, ma probabilmente sarà tutt' ora inedito in italia.

Fatto sta che per me l' accoppiata fra Chuck Jones e il Macabro era perfetta, e lo è tutt' ora.
Propongo qui uno dei suoi corti che mi è rimasto sempre ben impresso nella mente, Transylvania 6-5000, del 1963, appartenente alla serie Merrie Melodies della Warner Bros.
Nel corto, Bugs Bunny, diretto a Pittsburgh in Pennsylvania, si ritrova per sbaglio a Pittsburghe in Transilvania, ed in cerca di un telefono si imbatte nel sinistro Conte Blood Count, personaggio creato appositamente da Jones. L' accento mi ricorda molto quello di Bela Lugosi.
Da sottolineare anche un cameo della Strega Hazel, creata dal regista nel 1954 per il cortometraggio Bewitched Bunny.

domenica 14 novembre 2010

A Volte Penso al Suicidio

« Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello mi casca quasi di mano, e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l'estrema solitudine ».  
La sera del 27 luglio 1890, una domenica, dopo essere uscito per dipingere come al solito nelle campagne che circondavano il paese, rientrò sofferente nella locanda e si rifugiò subito nella sua camera: lo trovarono sdraiato sul letto, confessò di essersi sparato un colpo di rivoltella al petto in un campo vicino.
Al dottor Gachet, che non poté estrargli il proiettile e si limitò a fasciarlo, esprimendogli, per rincuorarlo, la sua speranza di salvarlo, spiegò che egli aveva tentato coscientemente il suicidio e che, se fosse sopravvissuto, avrebbe dovuto riprovarci.
«Volevo uccidermi, ma ho fatto cilecca ». 
Rifiutò di dare spiegazioni del suo gesto.    
  
Al fratello Théo confidò: «La mia tristezza non avrà mai fine».
«Ora vorrei ritornare».
Poco dopo ebbe un accesso di soffocamento, poi perse conoscenza e morì verso l' una e mezza di notte del 29 luglio.
In tasca gli trovarono una lettera non spedita a Théo: «Vorrei scriverti molte cose ma ne sento l'inutilità ... per il mio lavoro io rischio la vita e ho compromesso a metà la mia ragione ... ».
In quanto suicida, il parroco di Auvers si rifiutò di benedire la salma e il carro funebre fu fornito da un municipio vicino. Il 30 luglio la bara, rivestita da un drappo bianco e ricoperta di fiori gialli, fu calata in una fossa accanto al muro del piccolo cimitero di Auvers.
Pochi mesi dopo anche Théo Van Gogh venne ricoverato in una clinica parigina per malattie mentali.
Dopo un apparente miglioramento, si trasferì a Utrecht, dove morì il 25 gennaio 1891, a sei mesi di distanza dal fratello. 
Le sue spoglie furono trasferite ad Auvers e tumulate accanto a quelle di Vincent.
[ Elementi di Biografia tratti da Wikipedia
  

giovedì 11 novembre 2010

The Invisible Man - L' Uomo Invisibile (1933) - James Whale

Si parla di un Classico UniversalThe Invisible Man - L' Uomo Invisibile, film diretto da James Whale nel 1933.

Film che sin da subito ricorda The Bride of Frankenstein - La Moglie di Frankenstein, diretto nel 1935 dallo stesso regista, poiché in entrambi, nonostante l' atmosfera sia prevalentemente seria e i protagonisti siano afflitti da qualche dramma, nulla risulta mai troppo pesante, e nei momenti adatti è presente anche un velo d' ironia.

Non occorre dir troppo sulla trama, se non che è tratta dal romanzo omonimo scritto nel 1881 da Herbert George Wells, scrittore di grandi capolavori della fantascienza, come The War of the Worlds - La Guerra dei Mondi del 1897 (di cui ricordiamo il celeberrimo adattamento radiofonico di Orson Welles), The Island of Dr. Moreau del 1895 (di cui esiste un adattamento non eccezionale del 1996 con un Marlon Brando ai limiti dell' Obesità), o di The First Men in the Moon del  1901 (a cui Georges Méliès si rifà in parte per il suo Le voyage dans la Lune - Viaggio nella Luna del 1902).
L' adattamento rimane abbastanza fedele, se non per i tempi: nel romanzo la trasformazione avviene lentamente, nel film il protagonista è già l' Uomo Invisibile.

Gli effetti speciali di John P. Fulton sono un qualcosa di meraviglioso, specie contando che si tratta di un film del 1933. Purtroppo, va detto, tale bellezza probabilmente non è percepibile da tutti gli spettatori odierni, "viziati" dalla tecnologia.
Per la realizzazione dell' effetto "Invisibile" venivano innanzi tutto girati i fondali, senza attore. In seguito, su una seconda pellicola, veniva ripreso l' attore, dopo avergli avvolto testa e mani nel velluto nero, oltre che i fondali, in modo che la pellicola venisse impressionata dai soli vestiti. Sovrapponendo poi la seconda pellicola alla prima, si otteneva la scena completa, in cui i vestiti, senza volto ne mani, si muovono sullo uno sfondo. Si tratta di una sorta di proto-Chroma Key.
In alcune scene viene usata addirittura una sola pellicola, ed è quindi possibile vedere lo sfondo attraverso  gli abiti dell' Uomo Invisibile, poiché questi, in corso di riprese, finivano per sovrapporsi alle parti già impressionate.
Fulton tornerà l' altro per curare gli effetti speciali di The Bride of Frankenstein, come anche quelli de La Mummia nel 1932, L' Uomo Lupo nel "41 e altri capolavori. Non per nulla si tratta di un tre volte nominato agli Oscar.

Il travestimento dell' Uomo Invisibile rimane molto iconico.
L' Uomo Invisibile Rodney Skinner
nel film La Leggenda degli Uomini Straordinari
Tale estetica viene, ad esempio, ripresa nella celebre serie di fumetti La Lega degli Straordinari Gentlemen, di Alan Moore, nonché nel "blando" adattamento cinematografico La Leggenda degli Uomini Straordinari, del 2003. In quel caso, tuttavia, non si tratta del personaggio originale, ma di un certo ladro di nome Skinner, venuto in possesso della formula dell' Invisibilità. Inoltre le classiche bende vengono sostituite da una crema che lui si spalma in viso, con un effetto, in alcune scene, abbastanza esagerato.
Ricordiamo anche il film Hollow Man - L' Uomo senza Ombra,  del 2000, in cui l' Uomo Invisibile, Kevin Bacon, indossa addirittura una maschera in lattice rosa.Ad esempio, in una scena spiegano che bisogna tenere le luci non troppo forti, perchè dato che lui ha le palpebre invisibili gli fan male gli occhi. Ed io mi chiedo, ma se è invisibile ha anche la retina Invisibile, e dove dovrebbero andare a riflettersi le immagini? Voglio dire, dovrebbe essere cieco. Che bisogno c'è di sottolineare al pubblico la cosa delle palpebre, se poi si lasciano perdere cose più importanti?

A dare le movenze e la voce al Dottor Jack Griffin, alias l' Uomo Invisibile, è l' attore Claude Rains, che mostra il suo vero aspetto solo in una brevissima scena finale.
Nel cast anche una giovanissima Gloria Stuart, partecipe poi nel Titanic di Cameron. Fa anche una comparsata l' attore Dwight Frye, il Renfield nel Dracula del 1931, poi presente anche lui in The Bride of Frankenstein e Frankenstein del 1931.

Numerosi i sequel, tra cui The Invisible Man Returns - Il Ritoro dell' Uomo Invisibile del 1940 con Vincent Price.
Si consiglia, fra parentesi, per chi fosse interessato a sapere qualcosina in più su che fine abbia fatto Whale, il film Gods and Monsters - Demoni e Dei del 1998, con Ian McKellen, nel ruolo di Whale, e Brendan Fraser.

The Invisible Man - L Uomo Invisibile è un film del 1933 diretto da James Whale.
Ecco il Trailer in lingua...



Cit:
- Oggi ho visto L' Uomo Invisibile!
- E come hai fatto? .-.

domenica 7 novembre 2010

Minnie the Moocher (1932) - Betty Boop

Dunque, premettiamo che ho conosciuto il jazzista Cab Calloway guardando il film The Blues Brothers, del 1980, in cui è l' anzianotto mentore di Jhon Belushi e Dan Aykroyd, e canta il suo cavallo di battaglia, Minnie the Moocher, del 1931.

Ecco, riassuntivamente il testo di Minnie the Moocher parla di una ragazza nulla facente, alcolizzata e drogata che sta con un cocainomane e oppiomane e che sogna di nuotare nei soldi, ma, nonostante ciò, la canzone fa da sfondo e da il titolo al cortometraggio animato Minnie the Moocher, del 1932, appartenente alla serie Talkartoons, con protagonista Betty Boop e il cagnolino Bimbo, ovvero il fidanzato della stessa.

Cab Calloway da la voce e le movenze ad un "fantasma Tricheco" tramite la tecnica del Rotoscopio, che a me sembra una sorta di precursore del Motion Capture. In pratica, per far sembrare più realistici i movimenti dei personaggi, si filmavano normalmente attori in carne ed ossa, e dopo, partendo dal girato, si creava il cartone animato, ricalcando i singoli fotogrammi della pellicola.
Era una tecnica abbastanza diffusa, ad esempio è usata su Biancaneve nel film Disney, oppure nel film Yellow Submarine, nella scena di Lucy in the Sky with Diamonds con la ragazza a cavallo, oppure sono rotoscopiate le spade laser della trilogia originale di Star Wars.

Ad ogni modo, il corto è diretto nel 1932 da Dave Fleischer e prodotto dal fratello Max, tra l' altro inventori sia di Betty Boop che del Rotoscopio.
E' la prima delle tre collaborazoni fra Cab Calloway e i Fleischer Studios, assieme a The Old Man of the Mountain e Snow White, entrambe del 1933.

domenica 31 ottobre 2010

Trick'r Treat (2008)

Data la ricorrenza, oggi non posso che proporre un film in Tema...

Qualche tempo fa mi è capitato di vedere una brevissima animazione di un certo Michael Dougherty, Season's Greetings, del 1996, da cui nel 2008, lo stesso regista, ha tratto Trick'r Treat, pellicola che m' aveva abbastanza incuriosito. Ovviamente, la maggiorparte dei film che m' incuriosiscono non è edita in Italia, quindi è da vedere in originale con al massimo i sottotitoli. Meglio così.

(Spoiler)
"Durante il periodo più Spaventoso dell' anno, ci sono alcune linee guida che tutti i fantasmi e i Mostri dovrebbero seguire. Restate sempre sul marciapiede. Non andate mai a casa di uno sconosciuto, e non uscite mai da soli."

Dunque, innanzitutto non c'è una vera e propria trama, ma il film è fatto di tante piccole storie, ambientate durante la notte di Halloween, mirabilmente intrecciate in qualche modo fra loro.
Ciò che tutte hanno in comune è l' inquietante presenza di quello che sembra essere un bambino in maschera, lo stesso personaggio di Season's Greetings, che nei titoli di coda scopriamo chiamarsi Sam.
Tuttavia, nonostante tutto sembri girare attorno a lui, nella maggior parte dei casi, il piccolo Sam non è che un semplice curioso che assiste passivamente a tutti questi avvenimenti interessanti. Prima di vedere il film si è portati a credere che il "cattivo" principale del film sia lui, o almeno io credevo ciò, mentre in realtà l' impressione che da è più che altro quella di un qualcuno che deve semplicemente assicurarsi che tutto vada come deve andare, che tutti quelli che devono esser puniti vengano puniti, e che entra in gioco solo quando ciò non avviene.

sabato 30 ottobre 2010

The Mad Doctor (1933) - Mickey Mouse

Esistono alcuni vecchi cartoni animati in Bianco & Nero dal fascino particolare, poiché nonostante anno di pubblicazione e pubblico di riferimento possiedono una componente macabra di gran rilievo.

E' il caso, ad esempio, dell' animazione The Mad Doctor, cortometraggio rilasciato il 20 Gennaio 1933, appartenente al filone A Mickey Mouse Cartoon, e precisamente il terzo corto "Horror" con protagonista Topolino, dopo The Haunted House, del 1929, e The Gorilla Mystery, del 1930.
Il regista è David "Dave" Dodd Hand, poi direttore di Biancaneve e i Sette Nani nel 1937 e di Bambi nel 1942, naturalmente sempre per la Disney.
Ma qui il tono è tutt' altro, si parla di un sanguinario Scienziato Pazzo, il "Mad Doctor",  trapianti alla Frankenstein e scheletri danzanti. Si pensi che in Inghilterra il corto fu censurato, poiché ritenuto troppo spaventoso per il pubblico a cui era rivolto, ed in effetti presenta elementi abbastanza crudi (vedi sega grondante sangue ~3:29), ma a dir la verità anche abbastanza affascinanti.
Le scenografie risultano molto curate e ben fatte, e le animazioni perfette, con trovate a dir poco geniali ( vedi pendola scheletrica ~9:23), sebbene alcune siano riprese da altri corti. La scena della galleria (~1:51), ad esempio, è un frammento riciclato da una sequenza di Egyptian Melodies, del 1931, in cui a percorrere il corridoio era però un piccolo ragno.
La fotografia è ovviamente in Bianco & Nero, ma ne esiste anche un versione ricolorizzata.

Circa il Mad Doctor, il DR XXX, come leggiamo sul portone del suo maniero (~1:10), sappiamo ben poco, poiché questa è la sua unica apparizione cinematografica, nonostante sia un personaggio ben caratterizzato, sia nell' aspetto che nei modi.
Vanta però alcune apparizioni videoludiche da  antagonista, come in Mickey Mania: The Timeless Adventures of Mickey Mouse, videogioco a scorrimento per SEGA Mega Drive e Play Station  del 1994, anche noto come Mickey's Wild Adventure, il cui secondo livello è basato sul cortometraggio in questione. 
Più di recente compare invece in Disney Epic Mickey, del 2010 per Wii.
Nella sua prima scena (~0:47) il personaggio potrebbe essere scambiato per Macchia Nera,  storico antagonista di Topolino, ma in realtà si tratta di due personaggi differenti.



Sul sito The Encyclopedia of Disney Animated Shorts sono reperibili inoltre le bozze della sceneggiatura originale, sebbene non in alta risoluzione..




 Non occorre dire altro, il corto dura solo 7 minuti e non resta che gustarselo..



(EDIT 29/11/11)

giovedì 21 ottobre 2010

The Laurel-Hardy Murder Case (1930) - Stanlio & Ollio

Fra le decine e decine di cortometraggi di Stan Laurel & Oliver Hardy, da noi Stanlio & Ollio, c'è un corto particolarmente interessante per gli amanti dell' Horror.

Si tratta di The Laurel-Hardy Murder Case, da noi chiamato semplicemente L' Eredità, cortomeraggio della durata di 28 minuti appena, diretto nel 1930 da James Parrott.

La Trama è semplice ( eventuali Spoiler )...
"Stan Laurel e Oliver Hardy, eterni vagabondi disoccupati, vengono casualmente a conoscenza della morte di un certo milionario,  Ebeneezer Laurel, in italiano reso come Belisario. Si decidono quindi per una truffa. I due si recano la sera stessa alla lettura del Testamento nella Villa Laurel, Laurel Mansion, in modo da convincere tutti che Stan sia un nipote del defunto, nonchè unico Erede.
Nella casa, oltre ad altri parenti, li aspetta tuttavia un detective con alcuni poliziotti. E' stato commesso un Omicidio e uno dei presenti è il colpevole!
Finchè l' assassino non verrà scoperto, nessuno degli Ospiti potrà lasciare la tetra casa, e ad ognuno viene assegnata una camera, dove dovrà passare la notte, una Cupa e Tempestosa notte.
A Stanlio e Ollio tocca dormire proprio nella stanza del vecchio zio,il luogo in cui è stato ucciso.
Ovviamente, fra inquietanti rumori, spaventose presenze, occhi luminosi fluttuanti nell' oscurità, porte cigolanti, pipistrelli e un Sinistro Maggiordomo, la notte non sarà affatto tranquilla. Gli ospiti stanno misteriosamente sparendo uno alla volta, qualcuno li sta eliminando..."

Naturalmente l' intera storia fa da sfondo a scenette divertenti nello stile del Duo Comico.
Il Sinistro Maggiordomo
La trama a quanto pare dovrebbe essere una sorta di parodia dei film  The Cat and the Canary, Il castello degli Spettri, film muto diretto nel 1927 da Paul Leni, e The Bat, film muto del 1920 diretto da Roland West, che conta anche due remake, di cui uno omonimo del 1959 con Vincent Price, edito in Italia come Il Mostro che Uccide.
(Vi è qui una curiosa coincidenza,poichè il personaggio del secondo film, il The Bat a cui allude il titolo, dovrebbe aver ispirato alla lontana in personaggio di Batman. Il regista del primo, Paul Leni, nel 1928 ha invece diretto The Man Who Laughs, L' Uomo che Ride, il cui personaggio avrebbe ispirato le fattezze del Joker.)
Il nome dello zio milionario, Ebeenezer Laurel, è inoltre un ovvio riferimento al celebre Ebeneezer Scrooge, il riccastro avaro protagonista del racconto A Christmas Carol - Il Canto di Natale, scritto da Charles Dickens nel 1843.

Occorre sapere che i primi corti di Stan & Oliver, incluso questo, non venivano ridoppiati negli altri stati, ne si utilizzavano i sottotitoli, bensì ne venivano girate diverse versioni in diverse lingue. Gli attori erano costretti a girare ogni scena più volte, ogni volta in lingua diversa.
Deriva da ciò il particolare accento con cui vengono doppiati i due in Italia. I doppiatori, in pratica, hanno ricalcato l' accento originale inglese con cui i due attori recitavano le battute in italiano.

Piccola curiosità. Durante la lavorazione del film la moglie di Stanlio, Lois Neilson, la Seconda delle sue Cinque amanti, ha partorito prematuramente, ed il bambino, Stanley Robert Laurel, è morto dopo soli nove giorni.

Il corto si può trovare qui, in tre parti, nella versione ricolorata del 1968 dal titolo I Vagabondi.  Stan è doppiato da Franco Latini, mentre Ollio dal celebre Carlo Croccolo.
L' edizione originale in Bianco & Nero rimane comunque più cupa e adatta all' atmosfera del film.

mercoledì 20 ottobre 2010

13 Ghosts - I Tredici Spettri (1960)

Anni fa mi è capitato di vedere in tv, in seconda serata, un certo film che parlava di una casa con degli spettri, I Tredici Spettri - Thirteen Ghosts, del 2001.
 Di recente mi è ricapitato fra le mani e ho scoperto che si trattava di una sorta di Remake di un film omonimo, 13 Ghosts, del 1960, diretto da William Castle.
 Il film purtroppo si trova solo in lingua originale, a quanto pare è Inedito in Italia, ma è molto semplice da seguire e ne vale la pena.

La Trama è molto interessante ( eventuali Spoiler )...
"Cyrus Zorba, guida in un Museo di Dinosauri, è un uomo economicamente sul lastrico, con una famiglia sulle spalle. Fortunatamente, però, eredita una grande casa da un vecchio zio scomparso, il Dottor Plato Zorba.
Costui aveva la fama di essere un "Collezionista di Fantasmi", e il suo erede, accettando la casa, è costretto ad accettare di diventareproprietario anche della Collezione di Spiriti, con tanto di Speciali Occhialetti per poterli vedere.
Non credendoci, Cyrus, si trasferisce tranquillamente assieme alla moglie Hilda, la figlia Medea e il figlioletto Buck, nella nuova casa, dove li aspetta una Sinistra Governante, ma sin da subito la famiglia sarà vittima di fenomeni paranormali, come oggetti volanti, terribili lamenti e avvenimenti di natura violenta, e attraverso una tavoletta OuiJa gli Spiriti faranno capire di non avere buone intenzioni.
In una stanza segreta viene ritrovato un diario tenuto dallo zio, in cui si trovano le descrizioni dei fantasmi collezionati, tra cui un Domatore Decapitato e il suo Leone, un Cuoco Omicida con tanto di Mannaia, Donne Straziate ed uno Scheletro in Fiamme.
La pagina del Tredicesimo Spettro è misteriosamente bianca e la trama, tra sedute spiritiche e possessioni, solleva diversi misteri..."


Cyrus Zorba è Donald Wood, partecipe nel 1953 ne The  Beat from 20000 Fathoms - Il Risveglio del Dinosauro, e in True Grit - Il Grinta, assieme a John Wayne, nel 1969 ( da cui anche il  remake dei fratelli Coen con Jeff Bridges ).
Il figlioletto Buck è il dodicenne Charles Herbert, che due anni prima aveva interpretato il figlio dello scienziato Andre Delambre nel film L' Esperimento del Dottor K - The Fly, assieme ad un sempre affascinante Vincent Price.
La Governante Elaine Zacharides, in alcune inquadrature inquietantemente somigliante a Bela Lugosi, è Margaret Hamilton, la Malvagia Strega del Nord nel classico The Wizard of Oz - Il Mago di Oz, del 1939.

C'è una chicca, perchè a quanto pare William Castle era solito inventarsi trovate strambe da associare alla visione dei suoi film, e la pellicola fu presentata con una tecnica particolare chiamata Illusion-O.
In pratica, all' entrata dei cinema, agli spettatori venivano dati degli speciali occhialetti, dei mascherini, i "Ghost Viewer", simili a quelli presenti nel film.
Nei momenti in cui apparivano i Fantasmi sullo schermo, tinti di Azzurro, il pubblico aveva la possibilità di guardare la scena attraverso una lente Rossa, evidenziando quindi gli spettri, o, se facilmente impressionabile, guardarla attraverso una Lente Blu, e renderli Invisibili.
Il film è in normale Bianco & Nero e i Fantasmi, nella versione normale, sono comunque visibili anche senza questi filtri, ma in alcune versioni odierne potrebbero risultare poco marcati e quasi invisibili.

Una scena bellissima è quella della tavola OuiJa, la tavola per parlare con gli Spiriti. Fanno notare  anche che etimologicamente il suo nome è composto dal francese e dal tedesco di SI, ma non danno spiegazioni.
nel suo totale, risulta un film dal grande fascino, molto più attraente del suo remake.

Qui il Trailer, in cui è lo stesso William Castle a presentare il film e gli occhialetti...

giovedì 14 ottobre 2010

Nosferatu, Sinfonia dell' Orrore (1922) - Friedrich Wilhelm Murnau

riciclo un vecchio articolo scritto per un giornale scolastico...

Trama (con eventuali Spoiler):

"Thomas Hutter, giovane impiegato presso l'agenzia immobiliare del signor Knock, riesce a vendere una grande e costosa casa, nel paese di Wisborg, ad un Ricco Conte transilvano di nome Orlok.
Intraprende, quindi, un viaggio per mare verso i Carpazi, per far firmare gli atti di compravendita, fino ad arrivare all’ isolato castello del Conte, un personaggio Enigmatico e Sinistro, quanto nell’ aspetto, pallido e scarno, quanto nell' ambiguo comportamento.
L’ avversione alla luce del sole e le bizzarre reazioni alla vista del sangue, infatti, porteranno Hutter a capire d’ avere a che fare, in realtà, con il Nosferatu, il Non-Spirato, il Vampiro, l’ “Uccello della Morte”, creduto solo una superstizione locale.
Una volta scoperto, il Conte partirà alla volta di Wisborg, nascosto in una bara, nella stiva di una nave. Porterà con se le maledizioni della sua terra, tra cui, in primis, la Peste Nera, la cui diffusione verrà attribuita dai paesani al povero impresario Knock, ridotto dallo stesso conte ad un essere folle e affamato d’ Insetti.
Si sistemerà, quindi, nella famosa casa, casualmente situata di fronte a quella di Hutter, la cui moglie, Ellen, diventerà oggetto di desiderio per Orlok.
Unico modo, per Hutter, di ostacolare i piani del Vampiro, sarà rivolgersi all’ unica persona in grado di dargli Aiuto, il professor Buwler."

E’ questa la trama di “Nosferatu, eine Symphonie des Grauens”, traducibile come Nosferatu, Sinfonia dell’Orrore”, film Horror muto del 1922, diretto da Friedrich Wilhelm Murnau, regista di spicco nel panorama dell’Espressionismo Tedesco.

mercoledì 13 ottobre 2010

Soylent Green - 2022: i Sopravvissuti (1973)

Finalmente ho visto un Bel film del tipo che piace a me, Soylent Green, in Italia col titolo 2022: I Sopravvissuti.

La storia è semplice ma Intrigante. La Terra del 2022 è un luogo di crisi e carestia, l' uomo ha "avvelenato l' Acqua, inquinato la Terra, sterminato la vita Animale e Vegetale", il clima consiste di una perenne Estate, le città sono sovrappopolate, non ci sono risorse energetiche, e l' unico cibo che le classi basse possono permettersi è il Soylent, gallette vegetali di vari colori a seconda dell' ingrediente di base. Il Plancton è la base dello speciale Soylent Verde.

In tutto ciò Charlton Heston è l' Investigatore Newyorkese Robert Thorn e deve investigare sul misterioso omicidio di un ricco Amministratore della Società Soylent, interpretato da Joseph Cotten, l' amico di Orson Welles in Quarto Potere, e che a quanto pare era anche ne L' Abominevole Dottor Phibes assieme a Price.

Ovviamente nel finale si arriva ad una rivelazione Macabra che evito di spoilerare, ma che in linea generale potrebbe aver a che fare con l' Antropofagia.

martedì 12 ottobre 2010

The Haunted House (1921) - Buster Keaton

The Haunted House è uno dei corti più belli e fantasiosi di Buster Keaton. L' uso che quell' uomo faceva del suo corpo era meraviglioso e credo che il sonoro nei suoi lavori sarebbe stato in ogni caso Non Necessario...
The Haunted House è un corto del 1921, scritto e diretto dallo stesso Keaton assieme allo scrittore Edward F. Cline.
qui in tre parti...



giovedì 7 ottobre 2010

The Raven (1845) - Edgar Allan Poe

Nell' anniversario della sua morte, posto uno dei suoi più grandi lavori, The Raven, Il Corvo, pubblicato nel 1845 nella raccolta Il Corvo ed Altre Poesie...
A seguire una traduzione in Italiano.




 I.
Once upon a midnight dreary, while I pondered weak and weary,
Over many a quaint and curious volume of forgotten lore,
While I nodded, nearly napping, suddenly there came a tapping,
As of some one gently rapping, rapping at my chamber door.
`'Tis some visitor,' I muttered, `tapping at my chamber door -
Only this, and nothing more.'
II.
Ah, distinctly I remember it was in the bleak December,
And each separate dying ember wrought its ghost upon the floor.
Eagerly I wished the morrow; - vainly I had sought to borrow
From my books surcease of sorrow - sorrow for the lost Lenore -
For the rare and radiant maiden whom the angels named Lenore -
Nameless here for evermore.
III.
And the silken sad uncertain rustling of each purple curtain
Thrilled me - filled me with fantastic terrors never felt before;
So that now, to still the beating of my heart, I stood repeating
`'Tis some visitor entreating entrance at my chamber door -
Some late visitor entreating entrance at my chamber door; -
This it is, and nothing more,'
IV.
Presently my soul grew stronger; hesitating then no longer,
`Sir,' said I, `or Madam, truly your forgiveness I implore;
But the fact is I was napping, and so gently you came rapping,
And so faintly you came tapping, tapping at my chamber door,
That I scarce was sure I heard you' - here I opened wide the door; -
Darkness there, and nothing more.
V.
Deep into that darkness peering, long I stood there wondering, fearing,
Doubting, dreaming dreams no mortal ever dared to dream before;
But the silence was unbroken, and the darkness gave no token,
And the only word there spoken was the whispered word, `Lenore!'
This I whispered, and an echo murmured back the word, `Lenore!'
Merely this and nothing more.
VI.
Back into the chamber turning, all my soul within me burning,
Soon again I heard a tapping somewhat louder than before.
`Surely,' said I, `surely that is something at my window lattice;
Let me see then, what thereat is, and this mystery explore -
Let my heart be still a moment and this mystery explore; -
'Tis the wind and nothing more!'
VII.
Open here I flung the shutter, when, with many a flirt and flutter,
In there stepped a stately raven of the saintly days of yore.
Not the least obeisance made he; not a minute stopped or stayed he;
But, with mien of lord or lady, perched above my chamber door -
Perched upon a bust of Pallas just above my chamber door -
Perched, and sat, and nothing more.
VIII.
Then this ebony bird beguiling my sad fancy into smiling,
By the grave and stern decorum of the countenance it wore,
`Though thy crest be shorn and shaven, thou,' I said, `art sure no craven.
Ghastly grim and ancient raven wandering from the nightly shore -
Tell me what thy lordly name is on the Night's Plutonian shore!'
Quoth the raven, `Nevermore.'
IX.
Much I marvelled this ungainly fowl to hear discourse so plainly,
Though its answer little meaning - little relevancy bore;
For we cannot help agreeing that no living human being
Ever yet was blessed with seeing bird above his chamber door -
Bird or beast above the sculptured bust above his chamber door,
With such name as `Nevermore.'
X.
But the raven, sitting lonely on the placid bust, spoke only,
That one word, as if his soul in that one word he did outpour.
Nothing further then he uttered - not a feather then he fluttered -
Till I scarcely more than muttered `Other friends have flown before -
On the morrow he will leave me, as my hopes have flown before.'
Then the bird said, `Nevermore.'
XI.
Startled at the stillness broken by reply so aptly spoken,
`Doubtless,' said I, `what it utters is its only stock and store,
Caught from some unhappy master whom unmerciful disaster
Followed fast and followed faster till his songs one burden bore -
Till the dirges of his hope that melancholy burden bore
Of "Never-nevermore."'
XII.
But the raven still beguiling all my sad soul into smiling,
Straight I wheeled a cushioned seat in front of bird and bust and door;
Then, upon the velvet sinking, I betook myself to linking
Fancy unto fancy, thinking what this ominous bird of yore -
What this grim, ungainly, ghastly, gaunt, and ominous bird of yore
Meant in croaking `Nevermore.'
XIII.
This I sat engaged in guessing, but no syllable expressing
To the fowl whose fiery eyes now burned into my bosom's core;
This and more I sat divining, with my head at ease reclining
On the cushion's velvet lining that the lamp-light gloated o'er,
But whose velvet violet lining with the lamp-light gloating o'er,
She shall press, ah, nevermore!
XIV.
Then, methought, the air grew denser, perfumed from an unseen censer
Swung by Seraphim whose foot-falls tinkled on the tufted floor.
`Wretch,' I cried, `thy God hath lent thee - by these angels he has sent thee
Respite - respite and nepenthe from thy memories of Lenore!
Quaff, oh quaff this kind nepenthe, and forget this lost Lenore!'
Quoth the raven, `Nevermore.'
XV.
`Prophet!' said I, `thing of evil! - prophet still, if bird or devil! -
Whether tempter sent, or whether tempest tossed thee here ashore,
Desolate yet all undaunted, on this desert land enchanted -
On this home by horror haunted - tell me truly, I implore -
Is there - is there balm in Gilead? - tell me - tell me, I implore!'
Quoth the raven, `Nevermore.'
XVI.
`Prophet!' said I, `thing of evil! - prophet still, if bird or devil!
By that Heaven that bends above us - by that God we both adore -
Tell this soul with sorrow laden if, within the distant Aidenn,
It shall clasp a sainted maiden whom the angels named Lenore -
Clasp a rare and radiant maiden, whom the angels named Lenore?'
Quoth the raven, `Nevermore.'
XVII.
`Be that word our sign of parting, bird or fiend!' I shrieked upstarting -
`Get thee back into the tempest and the Night's Plutonian shore!
Leave no black plume as a token of that lie thy soul hath spoken!
Leave my loneliness unbroken! - quit the bust above my door!
Take thy beak from out my heart, and take thy form from off my door!'
Quoth the raven, `Nevermore.'
XVIII.
And the raven, never flitting, still is sitting, still is sitting
On the pallid bust of Pallas just above my chamber door;
And his eyes have all the seeming of a demon's that is dreaming,
And the lamp-light o'er him streaming throws his shadow on the floor;
And my soul from out that shadow that lies floating on the floor
Shall be lifted - Nevermore!

***

I.
Una volta in una fosca mezzanotte, mentre io meditavo, debole e stanco,
sopra alcuni bizzarri e strani volumi d'una scienza dimenticata;
mentre io chinavo la testa, quasi sonnecchiando - d'un tratto, sentii un colpo leggero,
come di qualcuno che leggermente picchiasse - pichiasse alla porta della mia camera.
-- « È qualche visitatore - mormorai - che batte alla porta della mia camera » --
Questo soltanto, e nulla più.
II.
Ah! distintamente ricordo; era nel fosco Dicembre,
e ciascun tizzo moribondo proiettava il suo fantasma sul pavimento.
Febbrilmente desideravo il mattino: invano avevo tentato di trarre
dai miei libri un sollievo al dolore - al dolore per la mia perduta Eleonora,
e che nessuno chiamerà in terra - mai più.
III.
E il serico triste fruscio di ciascuna cortina purpurea,
facendomi trasalire - mi riempiva di tenori fantastici, mai prov
ati prima,
sicchè, in quell'istante, per calmare i battiti del mio cuore, io andava ripetendo:
« È qualche visitatore, che chiede supplicando d'entrare, alla porta della mia stanza.
« Qualche tardivo visitatore, che supplica d'entrare alla porta della mia stanza;
è questo soltanto, e nulla più ».
IV.
Subitamente la mia anima divenne forte; e non esitando più a lungo:
« Signore - dissi - o Signora, veramente io imploro il vostro perdono;
« ma il fatto è che io sonnecchiavo: e voi picchiaste sì leggermente,
« e voi sì lievemente bussaste - bussaste alla porta della mia camera,
« che io ero poco sicuro d'avervi udito ». E a questo punto, aprii intieramente la porta.
Vi era solo la tenebra, e nulla più.
V.
Scrutando in quella profonda oscurità, rimasi a lungo, stupito impaurito
sospettoso, sognando sogni, che nessun mortale mai ha osato sognare;
ma il silenzio rimase intatto, e l'oscurità non diede nessun segno di vita;
e l'unica parola detta colà fu la sussurrata parola «Eleonora!»
Soltanto questo, e nulla più.
VI.
Ritornando nella camera, con tutta la mia anima in fiamme;
ben presto udii di nuovo battere, un poco più forte di prima.
« Certamente - dissi - certamente è qualche cosa al graticcio della mia finestra ».
Io debbo vedere, perciò, cosa sia, e esplorare questo mistero.
È certo il vento, e nulla più.
VII.
Quindi io spalancai l'imposta; e con molta civetteria, agitando le ali,
si avanzò un maestoso corvo dei santi giorni d'altri tempi;
egli non fece la menoma riverenza; non esitò, nè ristette un istante
ma con aria di Lord o di Lady, si appollaiò sulla porta della mia camera,
s'appollaiò, e s'installò - e nulla più.
VIII.
Allora, quest'uccello d'ebano, inducendo la mia triste fantasia a sorridere,
con la grave e severa dignità del suo aspetto:
« Sebbene il tuo ciuffo sia tagliato e raso - io dissi - tu non sei certo un vile,
« orrido, torvo e antico corvo errante lontanto dalle spiagge della Notte
« dimmi qual'è il tuo nome signorile sulle spiagge avernali della Notte! »
Disse il corvo: « Mai più ».
IX.
Mi meravigliai molto udendo parlare sì chiaramente questo sgraziato uccello,
sebbene la sua risposta fosse poco sensata - fosse poco a proposito;
poichè non possiamo fare a meno d'ammettere, che nessuna vivente creatura umana,
mai, finora, fu beata dalla visione d'un uccello sulla porta della sua camera,
con un nome siffatto: « Mai più ».
X.
Ma il corvo, appollaiato solitario sul placido busto, profferì solamente
quest'unica parola, come se la sua anima in quest'unica parola avesse effusa.
Niente di nuovo egli pronunziò - nessuna penna egli agitò -
finchè in tono appena più forte di un murmure, io dissi: « Altri amici mi hanno già abbandonato,
domani anch'esso mi lascerà, come le mie speranze, che mi hanno già abbandonato ».
Allora, l'uccello disse: « Mai più ».
XI.
Trasalendo, perchè il silenzio veniva rotto da una risposta sì giusta:
« Senza dubbio - io dissi - ciò ch'egli pronunzia è tutto il suo sapere e la sua ricchezza,
« presi da qualche infelice padrone, che la spietata sciagura
« perseguì sempre più rapida, finchè le sue canzoni ebbero un solo ritornello,
« finchè i canti funebri della sua Speranza ebbero il malinconico ritornello:
« Mai, - mai più ».
XII.
Ma il corvo inducendo ancora tutta la mia triste anima al sorriso,
subito volsi una sedia con ricchi cuscini di fronte all'uccello, al busto e alla porta;
quindi, affondandomi nel velluto, mi misi a concatenare
fantasia a fantasia, pensando che cosa questo sinistro uccello d'altri tempi,
che cosa questo torvo sgraziato orrido scarno e sinistro uccello d'altri tempi
intendea significare gracchiando: « Mai più ».
XIII.
Così sedevo, immerso a congetturare, senza rivolgere una sillaba
all'uccello, i cui occhi infuocati ardevano ora nell'intimo del mio petto;
io sedeva pronosticando su ciò e su altro ancora, con la testa reclinata adagio
sulla fodera di velluto del cuscino su cui la lampada guardava fissamente;
ma la cui fodera di velluto viola, che la lampada guarda fissamente
Ella non premerà, ah! - mai più!
XIV.
Allora mi parve che l'aria si facesse più densa, profumata da un incensiere invisibile,
agiato da Serafini, i cui morbidi passi tintinnavano sul soffice pavimento,
- « Disgraziato! - esclamai - il tuo Dio per mezzo di questi angeli ti à inviato
« il sollievo - il sollievo e il nepente per le tue memorie di Eleonora!
« Tracanna, oh! tracanna questo dolce nepente, e dimentica la perduta Eleonora!
Disse il corvo: « Mai più ».
XV.
- « Profeta - io dissi - creatura del male! - certamente profeta, sii tu uccello o demonio! -
- « Sia che il tentatore l'abbia mandato, sia che la tempesta t'abbia gettato qui a riva,
« desolato, ma ancora indomito, su questa deserta terra incantata
« in questa visitata dall'orrore - dimmi, in verità, ti scongiuro -
« Vi è - vi è un balsamo in Galaad? dimmi, dimmi - ti scongiuro. -
Disse il corvo: « Mai più ».
XVI.
- « Profeta! - io dissi - creatura del male! - Certamente profeta, sii tu uccello o demonio!
« Per questo Cielo che s'incurva su di noi - per questo Dio che tutti e due adoriamo -
« dì a quest'anima oppressa dal dolore, se, nel lontano Eden,
« essa abbraccerà una santa fanciulla, che gli angeli chiamano Eleonora,
« abbraccerà una rara e radiosa fanciulla che gli angeli chiamano Eleonora ».
Disse il corvo: « Mai più ».
XVII.
- « Sia questa parola il nostro segno d'addio, uccello o demonio! » - io urlai, balzando in piedi.
« Ritorna nella tempesta e sulla riva avernale della notte!
« Non lasciare nessuna piuma nera come una traccia della menzogna che la tua anima ha profferita!
« Lascia inviolata la mia solitudine! Sgombra il busto sopra la mia porta!
Disse il corvo: « Mai più ».
XVIII.
E il corvo, non svolazzando mai, ancora si posa, ancora è posato
sul pallido busto di Pallade, sovra la porta della mia stanza,
e i suoi occhi sembrano quelli d'un demonio che sogna;
e la luce della lampada, raggiando su di lui, proietta la sua ombra sul pavimento,
e la mia, fuori di quest'ombra, che giace ondeggiando sul pavimento

non si solleverà Mai Più!
(Traduzione di Antonio Bruno)
Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 - Baltimora, 7 ottobre 1849)